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11/01/2023

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Massimo Mocio (Assiom Forex): siamo vicini al picco dell'inflazione, poi calerà

Le prossime mosse delle banche centrali potranno ingenerare volatilità sui mercati finanziari nel 2023 per effetto dei rialzi dei tassi e del Quantitative Tightening (QT), i cui effetti sul contesto macro-economico sono difficili da prevedere

Banche centrali e recessione, inflazione, andamento dei mercati azionario e dei bond, come si comporteranno le valute e cosa aspettarsi per i BTP. Le sfide per il 2023 sono tante e ne abbiamo parlato con Massimo Mocio, Presidente Assiom Forex.



Come le banche centrali affronteranno la sfida della recessione?


La normalizzazione delle politiche monetarie richiede un complesso esercizio di equilibrio, in quanto le banche centrali hanno il difficile compito di contrastare le spinte inflazionistiche cercando, al contempo, di evitare una recessione. Negli Stati Uniti, la politica monetaria ha ancora un po' di strada da fare e l'obiettivo vicino al 5% dovrebbe essere raggiunto a fine marzo '23.
Per i mesi successivi, il mercato stima che, a fronte della discesa dell'inflazione e per evitare una recessione, la Fed inizierà a tagliare i tassi.
In Europa, la BCE sta entrando in una nuova fase, caratterizzata dal proseguimento del percorso di rialzo dei tassi, cui si aggiungono azioni volte a drenare la liquidità in eccesso.

L'orientamento restrittivo porterà i tassi oltre il 3%, a metà del 2023. Al contempo, la BCE ha impresso un'accelerazione al processo di riduzione del proprio bilancio, modificando i termini dei TLTROs ed elaborando i principi che guideranno il Quantitative Tightening (QT).
Il consensus di mercato stima che la banca centrale sarà in grado di modulare il proprio intervento imitando l'impatto sulla crescita, che rimarrà stagnante nel 2023, mentre è attesa in moderata ripresa nel corso del 2024.
Per l'Italia, dopo un PIL in aumento del +3.8% nel 2022, è prevista una crescita vicina al +0.6% per il 2023 e del +1.8% nel 2024.



Inflazione: quali sono le vostre previsioni? Abbiamo raggiunto il picco o ci attende una ulteriore salita?


Il 2022 è stato caratterizzato dall'accelerazione dell'inflazione, che si è spinta su livelli record dagli anni '70. Nell'Eurozona, dovrebbe raggiungere un picco intorno all'11%, nei prossimi mesi, per poi scendere intorno al 4%, verso la fine del prossimo anno.

Ci si attende che tale calo sarà dovuto soprattutto agli effetti base della componente energetica. La componente "core" resterà, invece, elevata fino alla fine del 2023 e si stima un ritorno sotto la soglia del 2% soltanto nel 2025



Venendo ai mercati, tra equity e obbligazioni che cosa prevedete?


Le prossime mosse delle banche centrali potranno ingenerare volatilità sui mercati finanziari nel 2023 per effetto dei rialzi dei tassi e del Quantitative Tightening (QT), i cui effetti sul contesto macro-economico sono difficili da prevedere. Ci aspettiamo che l'inizio dell'anno vedrà "curve swap" e governative muoversi in "bear flattening", con la parte a breve che salirà più di quella a lunga, a seguito dei rialzi dei tassi e del venir meno degli acquisti della BCE. Nella restante parte dell'anno, la maggior chiarezza sulle prossime mosse delle banche centrali contribuirà alla diminuzione della volatilità. Sul fronte azionario, i principali listini europei hanno recuperato buona parte delle perdite dell'anno, con un rialzo di quasi il 20% dai minimi di settembre.



I livelli attuali incorporano una serie di fattori positivi. Innanzitutto, che l'economia europea sarà in grado di scongiurare una pesante contrazione del PIL e che, quindi, le società continueranno a registrare buoni risultati. In secondo luogo, che la BCE non sarà costretta ad intervenire in modo più incisivo sui tassi. Il 2023 richiederà una attenta valutazione dell'evoluzione di alcuni fattori, tra cui gli elevati livelli di inflazione, la guerra in Ucraina ed i lockdown in Cina. Questi elementi di incertezza torneranno a pesare sul sentiment generale, nel caso dovessero riacuirsi, ma al contempo potrebbero dare ulteriore slancio al mercato, nell'ipotesi di una loro risoluzione



Il 2022 è stato l'anno del dollaro. Per le valute, cosa potrebbe accadere nel 2023?


Nel 2022, la reazione più rapida della Federal Reserve, rispetto alle altre banche centrali, nel rialzare i tassi e l'aumento dell'avversione al rischio hanno decisamente favorito il dollaro. Nel corso del 2023, riteniamo che l'euro possa ancora rafforzarsi contro il dollaro, ma è poco probabile che rimanga stabilmente sopra quota 1.


10. Una serie di fattori frenerà la moneta unica, tra cui la relativa debolezza dell'economia europea rispetto a quella americana, il persistere dei rischi geopolitici e la mancanza di coesione tra Paesi dell'Unione sulle scelte da intraprendere



Passiamo all'Italia: cosa aspettarci per i titoli del Tesoro?


L'andamento dei titoli italiani sarà influenzato dalle modalità con cui la BCE realizzerà il QT. A nostro avviso, la vendita di titoli in portafoglio si prospetta difficile da attuare, a causa del rischio di frammentazione, dovuto all'eterogeneità dei diversi mercati dei governativi europei.
La liquidità derivante dalle scadenze dell'APP verrà solo parzialmente reinvestita, ma per contrastare eventuali rialzi incontrollati dei rendimenti, la BCE potrà contare sulla flessibilità degli acquisti consentita dal PEEP. Nel caso questo non sia sufficiente vi è a disposizione il Trasmission Protection Instrument. Riteniamo che rendimenti più elevati stimoleranno un maggior interesse da parte di investitori domestici ed esteri, con un effetto positivo sullo spread BTP-bund.


 


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