Sul podio anche due brand di casa Ferrero: Kinder e Nutella. Segue, in quarta posizione, Lavazza.
E poi ancora Ferrero, con i suoi Ferrero Rocher.
In sesta posizione lato brand, ma in quarta, se consideriamo le sole aziende, si posiziona Armani, prima assoluta del settore Fashion & Luxury.
Ed ecco in settimana posizione spuntare Barilla.
Seguono altri due protagonisti delle super-car: Maserati e Lamborghini.
Mentre lato GDO la prima è Coop, in decima posizione in classifica generale.
E poi tocca a Ray-Ban, il brand più noto di Luxottica, seguito da altri due rappresentanti top della moda Made in Italy: Gucci e Versace.
Chiudiamo con Pirelli, altro marchio iconico della tradizione italica, e San Pellegrino, oggi in casa Nestlé.
Ma se il ranking overall è certamente interessante, lo sono altrettanto e, per certi versi, forse più quelli per macro-trend e per classe d'età.
Qualche esempio? Per i GenZ, Armani vince su tutti, seguito da Ferrari e Versace.
Mentre per i Millennial in pole position c'è Kinder, seguito da Coop e Ferrari.
E per GenX e Boomers? Per loro le medaglie d'oro e d'argento vanno, rispettivamente, a Ferrari e Lavazza, mentre il bronzo per i primi spetta a Kinder e per i secondi a Barilla.
"Gli insight emersi dalla prima edizione di «The Good, the Trend and The Brand» sono davvero tanti e per nulla scontati", commenta Massimiliano Trisolino, Managing Partner Strategy & Creativity di Connexia (nella foto). "E' sufficiente sfogliare il white paper realizzato per l'occasione per rendersene conto.
Quello che mi preme però sottolineare sin d'ora è la nostra volontà di mettere a disposizione dei brand una vera e propria piattaforma condivisa, in grado di fotografare anno dopo anno l'evoluzione dei valori che più impattano sulle decisioni d'acquisto di tutti noi, fornendo così una bussola in grado di orientare anche le scelte aziendali più controverse e non sempre scontate.
Con una certezza su tutte: in prospettiva, investire in asset intangibili avrà un valore sempre più tangibile".
I tre macro-trend
Dall'indagine massiva realizzata da Connexia, sono numerose le curiosità emerse in chiave macro-trend, con tre esempi su tutti, uno per ciascun trend indagato:
1 - acclimators - Per oltre l'80% degli Italiani di tutte le fasce d'età, i singoli sono i veri protagonisti della rivoluzione in chiave sostenibilità.
Nel bene e nel male.
Come dire: senza le nostre azioni nulla può e potrà davvero essere fatto.
Vero! Ma quello che sorprende è che, subito dopo i singoli, vengono le aziende.
Non i Governi.
E nemmeno le ONG, per intenderci.
Ma le aziende.
Che, per i Millennials e per i GenX, sfondano il tetto dell'80% nella scala d'importanza degli attori pro-cambiamento, collocandosi al pari, o quasi, delle persone e del loro apporto nel costruire «un mondo migliore».
2 - human - Diversity & Inclusion è il tema per definizione in chiave GenZ.
Per il 40% degli under 25, la capacità o meno di un brand di impegnarsi su questo fronte è «decisamente importante» nella scelta se acquistarlo o meno.
Tutti gli altri cluster d'età si fermano al 33%.
Non solo.
Per oltre 2 rappresentanti su 10 della GenZ, il fatto che una marca decida di schierarsi apertamente, prendendo posizioni nette su questioni politiche e/o sociali spesso divisive, va premiato.
È il famigerato brand activism che, in Italia, a differenza di altri Paesi perlopiù di stampo anglosassone, è ancora agli albori, ma che, a quanto pare, soprattutto tra i giovani è in grado di fare breccia.
Meglio prenderne nota!
3 - metaphysical - Non c'è innovazione che tenga.
Comunque la si guardi, sul piano tecnologico vince il rapporto qualità-prezzo.
E lo fa in tutte le fasce d'età, con tassi di penetrazione sensibilmente diversi: ben 26 punti di differenza tra GenZ e Boomers in favore di questi ultimi, attentissimi, a quanto pare, a ogni singolo euro speso.
Ma va anche detto che per i più giovani la capacità dei singoli brand di garantire esperienze d'acquisto, tanto fisiche quanto digitali, gratificanti e all'insegna dell'innovazione, fa la differenza.
È quanto dichiara il 36% degli intervistati under 25 e il 30% di quelli nati tra il 1981 e il 1996.
Al bando negozi e/o carrelli virtuali anonimi, dunque.
A vincere è la fantasia.
In chiave hi-tech.
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