Il dilemma del cloud: ma davvero?
L'adozione del cloud come infrastruttura è in ascesa, ma tante aziende sono titubanti
A leggere le statistiche, e anche BusinessCommunity.it (!), il cloud è oggi l'infrastruttura tecnologica che permette di innovare e di rendere resilienti le imprese.
Sono tutti concordi. Ma ciononostante, il cloud non ha una penetrazione enorme nelle imprese italiane ed europee in generale, perché da un lato c'è stato un freno regolatorio in tema di possesso dei dati, poi c'è da considerare che il multicloud è una realtà molto recente in termini di offerta, ma soprattutto perché molte aziende hanno investito in sistemi legacy negli anni e non vogliono cambiare tutto.
Per questo motivo, il mercato del cloud ha ancora enormi spazi di crescita: tanti settori stanno arrivandoci solo ora, molte aziende sono ancora in fase di valutazione.
La cosa interessante è che oggi l'offerta cloud possiamo considerarla di seconda generazione, ossia non più orizzontale, una che va bene a tutto, ma con tante specializzazioni che rendono le scelte molto complicate.
Il multicloud non è un'esigenza per risparmiare sui costi, ma un'esigenza di business di avere a disposizione la tecnologia migliore al costo migliore.
La gestione dei dati, dopo tutto, è diventata le fondamenta per una gestione delle informazioni e applicazioni e il cloud rappresenta il mattoncino di base per ottenere flessibilità e prestazioni.
Poi ci sono le mode e le filosofie per la gestione dei dati, data lake, data mesh, data hype e un utilizzo sempre più spinto dei metadati che li rappresentano, ma è chiaro che il cloud è il fattore abilitante.
Le aziende che stanno sfruttando queste tecnologie ottengono resilienza, che è lo scopo di partenza, ma anche trasparenza e opportunità di trasferire sul business alcune opportunità senza dover passare direttamente dal reparto IT dell'azienda. Le best practice si sprecano e ormai questa è una prassi ampiamente consolidata.
Lato applicazioni molto c'è da fare, ma se penso alla nostra Pubblica Amministrazione, il passaggio al cloud diventa un facilitatore di rapporti, un gestore di complessità con miglioramenti significativi per la customer experience, che poi i customer siamo noi cittadini.
Sebbene l'informatica risponda a delle esigenze di moda, dal client al server, al cloud e a chissà cosa arriverà dopo, c'è un elemento costante: la democratizzazione delle risorse e i costi.
Quando sento aziende che sono titubanti nel passare al cloud, mi domando: ma vogliono innovare o proseguire con il "business as usual"?
Nulla di sbagliato nel non innovare, il problema è capire se esistono aziende che possono permettersi lo status quo a lungo.
Posso capire chi attende magari tempi migliori, ma non pensare al cloud alla fine del 2022 è un autogol pazzesco.