Fusioni e acquisizioni: Italia trentaduesima al mondo tra le destinazioni d'investimento
Stop al declino del nostro Paese, risalito di tre posizioni nel 2021. Ma sarebbe andata ancora meglio senza il Covid.
Come l'Italia anche Spagna e Germania, a turno hotspot della pandemia
Secondo l'ultimo M&A Attractiveness Index Score, pubblicato dal Mergers and Acquisitions Research Centre (MARC) della Bayes Business School di Londra, il graduale declino dell'Italia nella classifica annuale si è fermato, nel 2021, risalendo di tre posizioni al 32° posto nel mondo, ma sarebbe arrivata al 26° senza l'impatto del Covid.

L'ultima classifica annuale - la prima a incorporare gli effetti reali che la pandemia di Covid ha avuto sulle singole nazioni come target di investimenti diretti esteri - ha confrontato l'attività di transazione e l'attrattiva per gli investitori di 148 Paesi in tutto il mondo.
In generale, il dealmaking globale ha segnato un record storico nel 2021, superando per la prima volta in assoluto i 5.000 miliardi di dollari.
I dati finali dell'attività di fusione e acquisizione globale sono aumentati del 64% rispetto all'anno precedente e hanno registrato oltre 62.000 operazioni (+24% rispetto all'anno precedente).
Gli Stati Uniti sono in cima alla classifica, seguiti da Singapore e dal Regno Unito.
Realizzato dal Dott.
Naaguesh Appadu, ricercatore alla Bayes Business School (nella foto), il rapporto fornisce anche un'ulteriore analisi delle opportunità e delle sfide che i Paesi devono affrontare, tra cui il chiaro emergere di considerazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) da parte degli investitori al momento di concludere un affare e l'importanza di solide infrastrutture nazionali.
Gli ultimi dati includono anche una classifica per i Paesi che non tengono conto dell'epidemia di Covid-19 nella metodologia, consentendo di avere un'istantanea di come la pandemia abbia influenzato le decisioni di investimento in tutto il mondo.
Bene Francia e UK, scivola la Germania
I Paesi europei hanno avuto reazioni contrastanti, con la Francia che è salita di sei posizioni al sesto posto e la Germania che è scivolata di quattro posizioni all'ottavo.