Questo è un periodo di evoluzione e la formazione è un elemento cruciale.
Non dobbiamo occuparci solo degli obblighi formativi che ci danno i crediti che sono stabiliti da qualche decreto, ma se vogliamo fare una progettazione della formazione bisogna andare al di là .
Anche la formazione, di fatto, è cambiata molto ultimamente.
In questo periodo abbiamo visto nascere e prosperare le microformazioni, formazioni più brevi e quindi più fruibili per un ampio spettro di persone. Questo ha rappresentato un grande cambiamento che è dovuto proprio al lavoro. Le aziende e i lavoratori hanno compreso che se c'è un problema sul lavoro molto probabilmente c'è una procedura che lo risolve o che può aiutare a superarlo.
Noi abbiamo avuto tanti clienti nel settore del macchinario che, a causa della complessità degli stessi, richiedono la conoscenza di tante procedure.
Il micro-learning è stato di grande aiuto, si impara nel momento del bisogno.
Questa è una strada completamente diversa dall'esame da sostenere per una certificazione, ma risolve un problema in breve tempo senza dover diventare un esperto dalla A alla Z.
Formazione e informazione oggi vanno di pari passo, ma cambia un po' la metodologia, si trovano delle resistenze a vario livello.
Se penso alle istituzioni scolastiche, il micro-learning è proprio l'opposto della formazione scolastica! La strada è tracciata, non possiamo più cambiare, e i ragazzi che usciranno dalle scuole si troveranno a dover affrontare la formazione in digitale, che invece non è stata ritenuta adatta dalle scuole! Il mondo digitale e della formazione scolastica ha rappresentato tanti problemi e di vario ordine, ma ci sono state esperienze nuove e di grande successo che rischiano di venire dimenticate.
Formazione è anche un concetto di esperienza da vivere?
Assolutamente.
Per esempio, siamo stati chiamati da un'azienda, proprio perché facevamo i corsi sui macchinari ai loro clienti, a sostituire la visita delle aziende durante la pandemia.
Abbiamo quindi sostituito la visita delle aziende con una frequentazione sincrona, in cui noi presentavamo queste cose, ma in un'aula virtuale: è stato un successo. Il motivo è semplice, perché le persone potevano fare domande e potevamo avvicinarci ai macchinari in una maniera che in una visita reale non era possibile, quindi clienti soddisfatti, richieste soddisfatti e azienda soddisfatta.
Il digitale e il virtuale permettono di abbattere alcune distanze e rappresentano esperienze molto ricche da far vivere ai clienti/utenti.
In Italia si fa molta confusione sulla formazione e il concetto di online, ma è un ottimo strumento per generare conoscenza.
Quando prendiamo come esempio le tante università digitali vediamo dei casi di successo incredibili, con corsi online che sembrano usciti da un film di fantascienza, su tantissimi argomenti e funzionano.
Non si capisce per quale motivo uno studente non possa migliorare l'inglese se i professori delle scuole si abituassero a consultare un po' di questi contenuti online e a proporli ai ragazzi: il risultato sarebbe positivo e in più ci sarebbe un riconoscimento dell'autorevolezza dell'insegnante che mostra qualcosa di nuovo e interessante, multidisciplinare.
Un professore che rimane vincolato al passato non è autorevole a meno che non sia un "guru", uno di quelli che proprio ti "stendono" in aula.
Oggi abbiamo a che fare con un altro tipo di persone e un altro tipo di società e di abitudini e di esigenze.
Poi c'è il mondo nuovo, il Metaverso.
Per la formazione è un'opportunità di vedere e toccare qualcosa che non si avrebbe mai avuto a disposizione.
Questo è un cambiamento importante e abbiamo realizzato dei contenuti in realtà aumentata e virtuale di grande impatto.
C'è un problema: sono ancora molto costosi.
Non credete che le scuole e le aziende siano già pronte, ma è un punto a cui stiamo tendendo.
Durante l'evento qui a Bologna c'è un'azienda, Delta Informatica di Trento, che ha fatto realizzare ai ragazzi del liceo un progetto per le procedure di sicurezza antincendio in un'esperienza virtuale e ha riscosso un grande successo, non solo a livello realizzativo, ma di competenze acquisite.
Cambiano anche i metodi?
Sì, nel senso che bisogna saper disegnare un'esperienza e una sceneggiatura virtuale, saper inserire anche dei contenuti che arrivano dagli utenti e il livello di coinvolgimento è molto alto.
Non è necessario utilizzare tutta questa tecnologia, può bastare per esempio far girare i video ai ragazzi in tema di sicurezza e si ottengono risultati simili.
Sono la fantasia e la capacità di coinvolgimento che portano al successo di un progetto di formazione.
Rifiutare di utilizzare la tecnologia digitale nelle aule e dalle nostre aziende è certamente un errore.
Quanto oggi un progetto di formazione è pensato e quanto conta il team che vi lavora?
I progetti di formazione tendenzialmente sono tutti pensati correttamente, ma troppo spesso nelle aziende vengono demandati a qualche figura che può dedicare una parte del proprio tempo lavorativo.
In realtà , chi ha team dedicati riesce a creare progetti più duraturi e che si aggiornano costantemente, diventando elementi di comunicazione vitale all'interno delle imprese.
Contano moltissimo gli obiettivi che ci si è prefissati e la capacità di rivolgersi a esperti capaci di imbastire il progetto.
Nella formazione non esistono ricette già pronte, l'esperienza sul campo gioca un ruolo cruciale, non solo per evitare gli errori, ma per realizzare più rapidamente una formazione di successo, rispondendo alle esigenze delle persone.
Le aziende hanno i loro obiettivi, ma devono incontrarsi con le esigenze delle persone, solo così la formazione diventa anche stimolo per il cambiamento.
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