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20/07/2022

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Merger and acquisitions: mercato in calo ma l'attività torna ai liveli pre-pandemia

Nicola Anzivino (PwC): mi aspetto nel 2022 attivismo degli operatori sia industriali sia finanziari, gli investitori con visione e disponibilità finanziaria si muoveranno aggressivamente per acquisire nuove competenze distintive e società ad elevato contenuto

L'attività di M&A ha subito un rallentamento rispetto al ritmo record del 2021, l'incertezza geopolitica e le condizioni economiche meno favorevoli hanno frenato le operazioni nella prima metà del 2022. Secondo il Global M&A Industry Trends di PwC: 2022 Mid-Year Update, l'attività è tornata ai livelli del 2019 e si prevede che avrà un ruolo importante nelle strategie di crescita delle aziende nei prossimi sei mesi.
Secondo Nicola Anzivino, Partner PwC Italia e Global Industrial Manufacturing & Automotive Deals Co-Leader, "questo non è il momento di rimanere fermi ma di rivalutare la propria strategia M&A. Mi aspetto nel 2022 attivismo degli operatori sia industriali che finanziari, gli investitori con visione e disponibilità finanziaria si muoveranno aggressivamente per acquisire nuove competenze distintive e società ad elevato contenuto tecnologico".
Molti dei fattori che hanno sostenuto i numeri record del mercato delle fusioni e acquisizioni alla fine del 2021 e nella prima metà del 2022 - come la resilienza delle catene di fornitura, l'ottimizzazione del portafoglio prodotti, i temi ESG e, in particolare, la necessità di digitalizzare i modelli di business - continueranno a influire sulle operazioni nella seconda metà del 2022, malgrado la necessità di focalizzarsi sulle modalità di esecuzione delle transizioni in un contesto economico di incertezza.


Con l'inflazione che in molti Paesi ha raggiunto il livello massimo degli ultimi 40 anni, gli operatori dovranno affrontare le fasi di due diligence con un obiettivo diverso, quello di prevedere scenari inflazionistici e considerare le implicazioni sulla quota di mercato, sull'elasticità dei volumi a cambiamenti dei prezzi, sui rapporti con clienti e fornitori, nonché sulla remunerazione e fidelizzazione dei dipendenti.
La strategia relativa alla forza lavoro dovrà essere una priorità in tutte le operazioni, in quanto la crescita salariale degli ultimi decenni, il fenomeno della "Great resignation", la carenza di competenze e la crescente focalizzazione degli stakeholder su diversity e inclusion sono tutti fattori che incideranno sulla futura performance delle imprese.
Le valutazioni più basse offriranno prevedibilmente agli operatori di Private Equity l'opportunità di generare rendimenti interessanti nei prossimi anni nell'attuale contesto di volatilità di mercato. La prova che l'attività M&A sia trainata dal calo delle valutazioni nei mercati pubblici è già emersa: le transazioni "public-to-private" sono infatti aumentate di oltre il 50% nel 2022 rispetto al periodo dell'anno precedente.



Andamento dell'attività di M&A nella prima metà del 2022


Nonostante il rallentamento nella prima metà del 2022, l'attività di M&A è rimasta sostenuta tornando ai livelli pre-pandemici, con una media di circa 25.000 operazioni in sei mesi. In tutte le regioni si osserva un adeguamento, in particolare in Asia-Pacifico si sono registrati i maggiori cali: tanto il volume quanto il valore delle operazioni sono infatti diminuiti di oltre il 30% rispetto al record del 2021, principalmente in relazione all'incertezza macroeconomica e alle recenti restrizioni legate alla pandemia imposte in diverse importanti città della Cina.
Anche i valori M&A sono tornati a livelli simili a quelli precedenti la pandemia, con valori delle operazioni nella prima metà del 2022, pari a circa 2.000 miliardi di dollari, che rappresentano quasi il doppio di quelli registrati nella prima metà del 2020, un periodo che ha anche sperimentato alti livelli di incertezza circa le condizioni economiche collegate al tema COVID. Il numero complessivo dei mega-deal (operazioni con un valore superiore a 5 mld di dollari) a livello globale è diminuito di un terzo.


Il primo semestre del 2022 non è stato comunque del tutto privo di grandi operazioni: sono stati conclusi quattro deal di valore superiore a 50 mld, in netto aumento rispetto a una sola operazione durante tutto il 2021.

Il Private Equity è sempre più rappresentato nei volumi e nei valori delle operazioni


Con la sua evoluzione, il modello di Private Equity è diventato un motore dell'attività di M&A, fornendo una fonte di capitale per la realizzazione delle operazioni. Il "dry powder" del Private Equity globale ha raggiunto il livello record di 2.300 miliardi di dollari a giugno 2022, il triplo del quantitativo esistente all'inizio della crisi finanziaria globale, una crescita che spiega il motivo per cui la quota di Private Equity nell'attività M&A sia aumentata da circa un terzo del valore totale delle operazioni di cinque anni fa a quasi la metà del valore totale odierno.
Il Private Equity non è comunque immune alla volatilità del mercato ed alla crescente incertezza. "Le società di Private Equity devono affrontare sfide quali l'aumento dei costi e dei tassi di interesse, la contrazione dei multipli sul mercato ed un potenziale scenario recessivo in USA e forse in Europa.


L'attenzione dovrà focalizzarsi sulle strategie per la creazione di valore sempre più sofisticate, come la trasformazione digitale e il "cloud replatforming", oltre a puntare sulla gestione degli aumenti dei costi collegati all'inflazione", prosegue Anzivino.

Attività M&A: trend di settore


I fattori e trend macroeconomici attuali stanno influenzando l'attività di fusioni e acquisizioni in vari settori in modi diversi:
a) Tecnologia, media e telecomunicazioni (TMT): l'adozione digitale di nuove tecnologie rimane una priorità. Il settore TMT resta infatti al primo posto in termini di investimenti M&A, rappresentando oltre un quarto del volume e un terzo del valore delle operazioni nella prima metà del 2022. Secondo PwC nel secondo semestre la domanda di tecnologia creerà nuove opportunità di M&A nel segmento software e nelle tecnologie abilitanti per il settore infrastrutture (come il 5G, i centri dati e il metaverso e le tecnologie associate).
b) Servizi finanziari (FS): la necessità di capacità digitali da parte del settore FS, abbinata alla consistente pressione esercitata dai regolatori e ai challenge delle piattaforme e società fintech, spingono le attività M&A e spiegano il motivo per cui il settore FS sia secondo solo al TMT in termini di investimenti M&A, pari a quasi un quarto del valore delle operazioni nella prima metà del 2022.


La persistente focalizzazione sulla tecnologia, la crescente domanda di opzioni di investimento sostenibile e il calo delle valutazioni manterranno alta l'attività di M&A durante la seconda metà dell'anno.
c) Mercati dei beni di consumo: per i prossimi sei mesi, l'attività M&A nell'industria dei beni di consumo sarà strettamente legata all'impatto che l'incertezza delle prospettive economiche avrà sulla fiducia e sulla spesa dei consumatori. Il cambiamento delle preferenze al consumo continuerà a creare opportunità di fusioni e acquisizioni, le aziende cercheranno di trasformare i modelli di business e di riposizionarsi per la crescita futura anche attraverso operazioni di M&A.
d) Industria manifatturiera e automobilistica (IM&A): la continua focalizzazione sulla tecnologia e sulla digitalizzazione dei modelli di business, nonché gli investimenti nelle catene di fornitura e nella forza lavoro, creeranno opportunità di fusioni e acquisizioni nel settore IM&A.
e) Energia, servizi di pubblica utilità e risorse (UE&R): la persistente accelerazione della transizione energetica e la crescente focalizzazione sulla sicurezza della catena di fornitura traineranno l'attività M&A nelle aree dei minerali critici e dell'approvvigionamento energetico nazionale nella seconda metà del 2022.



f) Industrie Health: l'elevata domanda di biotecnologie e di nuove tecnologie innovative nel settore sanitario, come l'mRNA, la terapia genica e la telemedicina, stanno attirando l'interesse degli investitori. Per raggiungere gli obiettivi di crescita inorganica è probabile che le "big pharma" intraprendano un numero maggiore di transazioni di minori dimensioni per evitare controlli normativi e la complessità di quelle più grandi.
Conlude Anzivino: "Stiamo assistendo a un'accelerazione delle decisioni strategiche tese ad ottimizzare il portafoglio delle attività dei grandi e medi corporates; gli operatori più attivi stanno valorizzando attività non core, concentrandosi sull'acquisizione di competenze distintive nelle aree di core business tramite operazioni M&A. Tale fenomeno ci rende ottimisti sul tema M&A: la necessità di velocità e agilità per affrontare le sfide attuali garantirà che le fusioni e acquisizioni rimarranno una priorità strategica, aiutando le società a trasformarsi, crescere e creare nuove basi per il proprio successo futuro".


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