Cybersecurity: come affrontano la sfida le imprese italiane
Marco Bavazzano (Axitea): per la sicurezza le grandi aziende puntano sulle figure interne, le piccole si affidano a fornitori specializzati
Esiste una netta differenza tra le aziende di grandi e piccole dimensioni nel modo in cui affrontano la sicurezza: è questa una delle evidenze portate alla luce dalla ricerca Axitea sugli investimenti delle aziende italiane condotta con NetConsulting.
Differenza che, in primis, riguarda proprio le figure aziendali che gestiscono la sicurezza fisica e logica.
I risultati ottenuti pongono l'attenzione su un dato: in materia di cybersecurity il 74,3% delle aziende intervistate dispone al suo interno di un IT Manager. Un numero molto significativo, ma che riguarda prevalentemente solo le realtà di grandi dimensioni. Invece, le piccole aziende tendono ad affidarsi a società esterne specializzate (11,7% delle risposte).

La ricerca di una figura interna, quale l'IT Manager, nelle aziende di grandi dimensioni è la risposta alle continue minacce derivanti dallo smartworking, modalità di lavoro molto presente in questa tipologia di impresa e che - ampliando il perimetro di attacco - richiede un livello di protezione più elevato.
L'analisi non si sofferma soltanto sulla sicurezza informatica, ma pone l'accento anche sulla sicurezza fisica ed evidenzia come la sua gestione nelle aziende di grandi dimensioni sia in prevalenza affidata alla "Direzione Sicurezza Aziendale" guidata dal CSO (68,6%).
Al contrario, le PMI tendono ad affidarsi anche in questo caso a società esterne (12,9%).
Questa marcata differenza è determinata per lo più da una realtà organizzativa più articolata nelle imprese di grandi dimensioni rispetto a quelle piccole, caratterizzata da numero elevato di beni fisici da proteggere, un progressivo incremento del numero di sedi e un ampliamento delle dimensioni degli uffici.