Rispetto ad altre aree del Paese presentano un maggior tasso di internazionalizzazione, ma anche capacità di export e innovazione (brevetti). Occorre migliorare su consolidamento dimensionale, investimenti e ricambio generazionale
Forte rimbalzo del fatturato nel 2021: +25,2%, il 4,3% in più rispetto al 2019.
Buon contributo dell'export, che lo scorso anno ha sfiorato la cifra record di 133 miliardi di euro.
Conferme dell'alta competitività dei Distretti dai dati di commercio estero del primo trimestre del 2022: +19,3%, spiegato solo in parte dall'aumento dei prezzi alla produzione.
Spicca un nucleo di imprese distrettuali "champion": se ne contano 845 (il 4,7% del totale) e sono più diffuse tra i soggetti medio-grandi e in alcuni settori, come agro-alimentare e meccanica.

È in accelerazione l'adozione di tecnologie Industria 4.0, soprattutto tra le aziende medio-grandi (tre su quattro); più in ritardo le imprese micro (poco più di una su cinque).
Sale la sensibilità alla transizione ecologica, ma si può fare di più: nel legno-arredo nell'ultimo triennio poco meno di un'impresa su tre ha acquistato macchinari che riducono il consumo energetico.
Questi sono i principali dati emersi dal quattordicesimo Rapporto annuale su economia e finanza dei distretti industriali di Intesa Sanpaolo.
Li abbiamo commentati con Fabrizio Guelpa, Responsabile della Ricerca Industry & Banking di Intesa Sanpaolo.
L'export è sempre stato un punto di forza dei distretti.
Come è andato nel 2021?
L'export è cresciuto moltissimo nel 2021, recuperando sostanzialmente quanto si era perso nell'anno precedente.
A livello di crescita nei distretti c'è stata una crescita poco inferiore al 20%, molto diffusa a livello settoriale.
Era in parte attesa poiché il crollo del 2020 era dovuto a fattori legati alla pandemia; segnala una forte capacità di reazione e di forte competitività.
Non era assolutamente scontato che si riuscisse a recuperare a tassi di crescita di questo genere.
Tassi che si stanno confermando anche dagli ultimissimi dati che abbiamo sul primo trimestre del 2022.
Siamo anche in questo caso prossimi a un +20% sul medesimo trimestre del 2021.
Possiamo fare un'ipotesi per quest'anno?
Andrà meno bene di quanto ci si poteva aspettare fino a pochissimo tempo fa, con numeri difficili da leggere perché l'aspetto prezzi sarà particolarmente importante.

L'ordine di grandezza del fattore prezzi in Italia è difficile da stimare, ma siamo comunque sempre intorno ad una crescita intorno al 20%, quindi abbiamo numeri a valore particolarmente importanti.
Anche dal punto di vista dei volumi ci aspettiamo una crescita abbastanza rilevante, grazie alla competitività e ad una domanda mondiale meno dinamica di quanto ci si poteva aspettare fino a qualche settimana fa, ma comunque con tassi ancora positivi.
Il Pil europeo quest'anno dovrebbe crescere intorno al 3% e grossomodo la metà delle nostre esportazioni è all'interno dell'eurozona.
Come è cambiata la supply chain per i distretti nell'epoca della pandemia?
Ci sono fattori di cambiamento.
Un primo fattore scatenante è la difficoltà a far arrivare le materie prime, e questo ha creato una reazione pressoché istantanea, che ha portato a ricercare all'interno del territorio nazionale dei fornitori alternativi.