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22/06/2022

marketing

Le TV connesse offrono grandissime opportunità di monetizzazione dei contenuti

Alberto Zilli (Connetty): Una struttura capace di portare innovazione tecnologica e commerciale aiuta i broadcaster, di qualsiasi tipo, a crescere

Il tema dell'advertising è sempre legati ai target e agli strumenti di fruizione. Abbiamo intervistato Alberto Zilli, CEO e Partner di Connetty, per capire da un lato il percorso della società in questi anni, ma anche per cercare di comprendere come il business dei contenuti video si stia evolvendo verso una targetizzazione sulle connected TV.

Da dove siete partiti?


Connetty nasce nel 2016, con una holding che aveva il duplice obiettivo di lanciare startup, quindi iniziative da zero, sfruttando le competenze dei partner sia tecnologiche sia commerciali e di marketing, sia di provare a fare scouting con un modello di business validato da una serie di clienti piuttosto che fornitori.
La size che andiamo a valutare come potenziali target di interesse da un fatturato di 500 mila a qualche milione di euro e ci muoviamo su alcuni segmenti ben definiti che sono tutto quello che riguarda il performance marketing, che oggi il core business di Connetty, dove ci sono due società e Refine Direct e Qualify Direct all'interno del nostro gruppo che si occupano proprio della generazione di performance e KPI concreti e misurabili dei clienti.



Valutare le azioni non è sempre un'operazione semplice.


Tendenzialmente la remunerazione per l'attività di marketing da parte dei clienti è basata su una determinata azione concordata con il cliente stesso, che può venire rappresentata da dei dati lasciati all'interno dei siti o in una land, ma solitamente andiamo costruire a quattro mani con il cliente quella che si definisce una sessione qualificata all'interno del suo sito.

Come funziona?


Un utente che fa determinate azioni, arriva fino a determinato step nel sito piuttosto che arriva fino alla vendita e viene seguito. In questo contesto lavoriamo con il settore delle Telco o i principali marchi tech, piuttosto che gli energetici o siti di eCommerce, dove in quel caso l'obiettivo è una vendita del singolo prodotto. Qualify e Refine sono due società sempre più sinergiche e che collaborano per portare al performance marketing anche attività più qualificate, e viceversa, per esempio nei call center per verificare la veridicità dei dati lasciati dall'utente.


In pratica, prima di passare questi dati e prospect al cliente, questi vengono prequalificati, nel rispetto della privacy, sfruttando anche sistemi automatizzati di pre-filtraggio per scartare quelle che noi chiamiamo "lead non qualitative". Il core di Connetty dal 2016 è comunque cambiato, abbiamo investito anche in una società di programmatic advertising, si chiamava "4Strokemedia". In questo caso abbiamo una quota della società del 50% che sviluppava la circa 700 mila euro di fatturato, e avevamo l'obiettivo di apportare competenze tecnologiche, quindi di migliorare il prodotto che era un infrastruttura di delivery di contenuti video, finalizzati alle gare di pubblicità pre roll, piuttosto che è un'infrastruttura tecnologica che aiutasse gli editori digitali, non totalmente strutturati internamente, ad abbracciare tutto quello che riguarda gli investimenti pubblicitari nel programmatic.

E cosa è successo?


L'abbiamo supportata quindi sia lato marketing e sia soprattutto tecnologicamente e commercialmente e l'azienda ha raggiunto circa 5 milioni di fatturato nel 2018, per poi entrare all'interno del Gruppo Sky che ha l'ha acquistata.


In questo periodo, diciamo fino all'anno scorso, ci siamo dedicati alla crescita di tutta la divisione performance marketing che ormai fattura circa 12 milioni di euro e c'è stato un processo di integrazione sociale. Poi ci siamo dedicati alla fine dell'anno scorso al lancio di Broadbandy, un'iniziativa che nasce per abbracciare tutta la digitalizzazione del mondo di connected TV, aiutanto tecnologicamente i broadcaster indipendenti, da televisioni locali e a tutte quelle opportunità delle piattaforme che nascono all'interno dei canali digitali, piuttosto che altri operatori come gli editori digitali che offrono contenuti all'interno di queste piattaforme. Le televisioni connesse aprono a differenti scenari, molto interessanti, nonchè a opportunità di monetizzazione dei contenuti.

Quindi, cosa fate per questi nuovi operatori?


Li aiutiamo a entrare in queste piattaforme, li supportiamo tecnologicamente piuttosto che li aiutiamo a digitalizzare l'offerta editoriale. Spesso si tratta di realizzare delle applicazioni di carattere editoriale, piuttosto che forniamo loro la tecnologia per erogare pubblicità nel mondo delle televisioni connesse.


In pratica, accompagniamo broadcaster, TV locali ed editori, per creare un'offerta editoriale dal punto di vista tecnologico vincente, ma li aiutiamo anche tecnologicamente ad abbracciare questa opportunità per creare formati pubblicitari, per integrare tutte le opportunità che arrivano dal mondo della pubblicità sulle televisioni connesse e dandogli anche tutta l'infrastruttura commerciale che gli permetta poi di vendere pubblicità.

In pratica, coprite anche "l'ultimo miglio".


Diciamo che partiamo dalla tecnologia per aiutarli, con tutti i formati possibili e li aiutiamo a livello commerciale, quindi infrastruttura, targettizzazione e vendita in programmatic, quindi creiamo una linea di stream revenue che e è interessante sia per un broadcaster sia per una televisione locale o un editore.



Il web è entrato nella televisione, in quelle connesse. Cosa vi aspettate?


Ci sono grandissime opportunità per i broadcaster, perché mantenendo l'efficacia del big screen, mantenendo le enormi caratteristiche che ha il formato video oggi, si arriva ridurre quel gap per tutto quello che riguarda la comunicazione web e mobile dal punto di vista della targettizzazionee via dicendo.


Oggi è possibile fare quello che si fa sul web anche sulla parte televisiva e questo piace molto ai brand.



Una curiosità: integrazione mobile e connected TV è possibile?


Fare un'integrazione delle App su mobile e TV connesse è la nostra scommessa ed è l'evoluzione naturale del mercato. Difficilmente sarà possibile avere un unico formato, ma la nostra visione è quella di creare un ecosistema per gli editori che permetta di sfruttare il contenuto video multipiattaforma. Serve un supporto tecnologico ai broadcaster, ma anche a livello commerciale, ma l'evoluzione va verso una forte integrazione, abilitando i vari target e migliorando le pianificazioni pubblicitarie. Poi c'è un tema di metriche e misurazioni, ma anche qui la tecnologia verrà in soccorso.


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