Il momento d'oro del Real Estate è ritornato
Paolo Paschetta (Pictet AM): High net worth e istituzionali continueranno a rappresentare la maggior parte degli investitori in private equity e private real estate. Ma, in un contesto simile, anche la rilevanza del retail è in crescita
L'inflazione unita all'attuale crisi geopolitica sta spostando l'interesse degli investitori globali verso asset contraddistinti da un valore reale in ottica difensiva.
Ma se questa è la situazione contestuale, già da tempo è in atto un trend che vede crescere man mano gli investimenti sul mondo dei private asset.
Sono sempre di più gli investitori che li includono nella propria asset allocation per fornire valore aggiunto al portafoglio complessivo.
Investimenti storicamente legati a una clientela facoltosa o a investitori istituzionali, con le dovute cautele e la giusta consulenza, oggi possono costituire una possibilità anche per la clientela retail.
L'ascesa degli asset alternativi batte inflazione e crescita del Pil
Secondo le stime di Preqin - società specializzata in dati, analisi e approfondimenti sugli asset alternativi - dal 2015 al 2021 il patrimonio gestito in tutte le classi di attività alternative è passato da 7,23 mila miliardi di dollari a 13,32, con un Cagr (Compounded Average Growth Rate) del 10,7%.

Preqin prevede che raggiungeranno i 23 mila miliardi nel 2026.
Un tasso di crescita che dovrebbe battere l'incremento di Pil e perfino l'inflazione, con un conseguente apprezzamento significativo delle asset class alternative.
A determinare questo trend sono soprattutto gli investitori istituzionali, come evidenziato anche dall'ultimo sondaggio europeo della casa di consulenza internazionale Mercer che ha coinvolto 850 portafogli istituzionali paneuropei di 11 Paesi, per una copertura totale di mille miliardi di asset in gestione.
L'indagine ha fatto emergere come, in media, la presenza di investimenti alternativi nei portafogli europei è ormai quasi equiparabile a quella dell'azionario.
Gli alternativi, infatti, compongono il 20% del portafoglio, a cui aggiungere un 3% sulla proprietà immobiliare, a fronte di un 21% riservato all'azionario.