La novità della Survey 2021 è rappresentata dall'approfondimento realizzato per la prima volta sull'importanza degli aspetti ESG e di impact investing, verificandone la relativa importanza nelle decisioni di investimento: il 65% degli investitori applica criteri di valutazione ESG e/o di impact investing nel valutare le opportunità di investimento.
Secondo Paolo Anselmo, Presidente di IBAN, "continua a crescere nel 2021 il ruolo dei business angel nel venture capital in Italia.
Più di una operazione su due e più della metà del miliardo circa raccolto nelle operazioni di investimento in startup italiane nell'ultimo anno coinvolge business angel.
Gli investitori individuali italiani si confermano inoltre più attivi di quelli di altri Paesi europei, come la Francia: nel 2021 infatti i business angel francesi hanno investito in autonomia circa 70 mln di euro, mentre in Italia questa cifra è stata di oltre 91 mln di euro.
Ben 21 milioni di euro in più investiti dai business angel italiani senza il supporto dei fondi, in un mercato, come quello francese del venture capital, che è circa sei volte superiore a quello italiano per cifre investite nelle startup".
I business angel e gli investimenti in startup italiane: +132,5% rispetto al 2020 la cifra investita
Nel 2020 i business angel italiani avevano contribuito, considerando le operazioni in autonomia, accanto a fondi di Venture Capital e attraverso il Crowdfunding, con 402,5 mln di euro di risorse a sostegno del sistema delle startup italiane.
Le rilevazioni dell'anno appena passato descrivono uno scenario in cui gli investitori non si sono fermati, ma anzi hanno rilanciato con rinnovato impeto le loro iniziative sul mercato.
Le operazioni che hanno coinvolto i business angel italiani registrate dalla Survey IBAN 2021 sono 340, 61 in più rispetto a quelle in cui hanno investito nel 2020, a fronte di una raccolta complessiva più che raddoppiata e che passa da 402 mln di euro a 935 mln (+132,5%).
Se nel 2019 e nel 2020 la cifra degli investimenti effettuati esclusivamente dai business angel era rimasta sostanzialmente stabile intorno ai 50 mln, una stabilità che ha rivelato grande capacità di tenuta e resilienza da parte dei business angel italiani nell'anno della pandemia, il 2021 segna una decisa accelerazione.
Su base annua infatti la somma impiegata direttamente dai business angel, senza collaborare con fondi di Venture Capital o piattaforme di Crowdfunding, segna un +78% e si arrampica fino ad arrivare a quota 91 mln di euro per un totale di 100 operazioni, in lieve aumento rispetto alle 96 registrate nel 2020.
Crowdfunding e business angel, un segmento in espansione con 32,5 mln investiti
Se nel 2019 le operazioni dei business angel attraverso il Crowdfunding ammontavano a 1,3 milioni di euro complessivamente stanziati attraverso 27 operazioni, il 2020 evidenziava una fortissima espansione di questo settore con 26,5 milioni di euro investiti per un totale di 101 operazioni effettuate.
Grazie al supporto dell'Osservatorio Crowd-Investing coordinato dal Prof.
Giancarlo Giudici (Politecnico di Milano), la Survey IBAN 2021 illustra il numero e l'ammontare degli investimenti che i soli business angel hanno effettuato attraverso piattaforme di Crowdfunding considerando utenti che hanno investito almeno 5mila euro in un solo investimento o un minimo di 1.000 in tre.
Il 2021 da questo punto di vista consolida ed espande ulteriormente il canale del Crowdfunding come mezzo per il finanziamento di startup da parte dei business angel, con 32,5 milioni di euro investiti in 124 operazioni.
Il 55% delle imprese totali finanziate da soli business angel nel 2021 sono state supportate attraverso piattaforme di Crowdfunding, a evidenza dell'attrattività del mezzo come canale di ricerca delle possibilità di investimento e come tecnica di sindacazione per gli investimenti.
I business angel investono in cordate per aumentare l'apporto finanziario complessivo
Il 72% delle operazioni monitorate dalla Survey IBAN sono avvenute in syndication, confermando come il trend osservato anche negli anni precedenti sia una caratteristica strutturale del "business model" tipicamente adottato dagli angel.
I business angel si uniscono in cordate per aumentare l'apporto finanziario complessivo, ridurre i costi individuali di transazione e ridurre il rischio unitario in caso di insuccesso dell'operazione.
Più della metà degli importi investiti per ogni società target è superiore a 500mila euro (rispetto al 20% del 2020), con il 15% degli investimenti che vanno oltre i 2 milioni di euro e la maggior parte degli investimenti (42%) di taglio tra i 500mila e i 2 milioni di euro.
La metà del campione dichiara di voler mantenere costante nei prossimi anni la propria quota di patrimonio dedicata all'investimento in startup (39% nel 2020).
Startup che restano i target privilegiati dagli investitori per le loro operazioni rispetto agli investimenti Seed, con i valori che rispettivamente si attestano al 59% e al 41%, sostanzialmente stabili rispetto a quanto evidenziato dai dati del 2020.
Il disinvestimento continua ad essere un fenomeno raro tra i business angel.
Nel 2021 solo il 6% del campione ha dichiarato di aver effettuato almeno un disinvestimento (9% nel 2020), verificatosi in media 5 anni dopo l'investimento iniziale.
Torna a crescere la percentuale di business angel donne, più di 1 su 3 investe in imprese create da altre donne
Dopo alcuni anni di percentuali sostanzialmente ferme, riprende a muoversi, per fortuna verso l'alto, il numero relativo al dato sulle business angel donne.
La Survey IBAN 2021 infatti ha registrato una percentuale del 14%, in aumento rispetto all'11% del 2020.
Altro dato da sottolineare è quello che vede le donne angel aiutare e sostenere imprese al femminile: oltre 1/3 delle Business Angels donna ha infatti realizzato almeno un investimento in aziende fondate da donne, espressione della cosiddetta "sorellanza".
Il profilo della business angel racconta di una donna con un'età media di 63 anni, in possesso di una laurea magistrale (78%) e generalmente con un passato da libero professionista (57%).
Chi sono i business angel in Italia nel 2021
Per quanto riguarda invece la componente maschile dei business angel censita dalla Survey IBAN 2021 si tratta in media di un uomo sopra i 50 anni, con un livello di istruzione alto o molto alto, affiliato a IBAN, ad uno dei BAN territoriali o ad un Club d'investitori e che risiede nel Nord Italia. Ha un passato professionale soprattutto in ruoli dirigenziali ed attualmente svolge prevalentemente l'attività di business angel (42%) o imprenditore (31%).
In media ha a sua disposizione un patrimonio tra 1 e 2 milioni di euro, di cui circa tra il 10% e il 15% dedicato ad operazioni di angel investing (valore lievemente aumentato rispetto al 2020), per un portfolio di circa 8 aziende (valore aumentato rispetto al 2020).
I business angel italiani, i fattori ESG e di impact investing
Per la prima volta nel 2021 la Survey IBAN ha anche approfondito il tema, sempre più attuale, dell'importanza nella decisione di investimento dei fattori ESG e/o di impact investing.
I risultati dell'analisi confermano il peso sempre maggiori di questi elementi.
Infatti, il 65% degli investitori applica criteri di valutazione ESG e/o di impact investing nel valutare le opportunità di investimento e il 46% del campione approfondisce il livello di attenzione ed interesse del team di founder a questi temi già dai primi incontri di persona.
A livello di importanza che questi temi hanno nella decisione finale di investimento, infine, il 36% del campione dichiara una importanza cruciale di questi temi.
Anche nel 2021 gli investimenti in ICT guidano la classifica
Il settore di maggiore interesse per i business angel si conferma essere quello dell'ICT su cui si focalizzano il 36% degli investimenti effettuati (valore pressochè invariato rispetto al 30% del 2020 e 35% del 2019).
All'interno di questo gruppo di operazioni permane rispetto al 2020 l'alto numero di startup che propongono servizi tecnologici rivolti alle imprese (Enterprise Technologies, 63% delle operazioni ICT), un cambio di tendenza rispetto agli anni precedenti in cui la maggior parte degli investimenti nel settore riguardava servizi rivolti ai privati.
Seguono il settore Alimentare (12%), con una forte componente Foodtech, Healthcare (10%), confermando il forte interesse degli investitori nell'ultimo triennio verso le startup nel contesto della sanità, e Altri Servizi (10%).
Se l'articolo ti è piaciuto, condividilo con gli amici e colleghi