La sfida per gli investitori è destreggiarsi nelle varie fasi del ciclo economico
Nadège Dufossé (Candriam): prevedendo un rallentamento della crescita, aspettative di inflazione ai massimi e banche centrali pronte alla stretta, continuiamo a ritenere particolarmente interessante una duration più lunga nell'obbligazionario
Nelle scorse settimane sono rimasti invariati i motivi per mantenere un'allocazione prudente: dovendo affrontare un'inflazione elevata, la retorica delle banche centrali e gli strumenti di politica monetaria hanno comportato condizioni finanziarie più restrittive mentre è in corso un rallentamento economico a livello mondiale.
Dal momento che l'inflazione continua a essere elevata e a sorprendere al rialzo, quasi tutte le banche centrali hanno inasprito la loro politica monetaria.
L'esperienza insegna che l'avvio di un ciclo rialzista della Fed è sempre un momento molto delicato e il 2022 non fa eccezione. A ciò si aggiungono le nuove sfide che sono emerse per gli investitori negli ultimi mesi.
Riteniamo che per gli Stati Uniti, la ripresa rallenterà progressivamente, con una crescita del PIL che sarà pari al 2,5% quest'anno e all'1,7% il prossimo. Bisogna considerare l'impatto di vari fattori: i tassi in rialzo, l'inflazione sostenuta, un mercato azionario volatile e stagnante, nonché il ritiro degli stimoli fiscali.
La Cina sta portando avanti la sua strategia "zero Covid." Come evidenziato dagli ultimi PMI e dal recente calo della fiducia dei consumatori, l'aumento dei contagi e le conseguenti restrizioni sociali stanno frenando l'attività.
Nonostante ciò, le autorità non sembrano intenzionate a fare passi indietro e stanno allentando con estrema cautela la politica monetaria. In questo contesto, continuiamo a prevedere una crescita inferiore all'obiettivo del governo e un'espansione del PIL nel 2022 pari al 4,5%.
Più in generale e in linea con il trend delle due maggiori economie, in molti Paesi assistiamo a un rallentamento del ciclo manifatturiero, a causa di diversi fattori negativi:
- Interruzioni delle supply chain e rincaro delle materie prime;
- Lockdown per arginare il Covid in Cina;
- Inasprimento delle condizioni finanziarie.
Il PMI globale per il settore manifatturiero ha raggiunto il picco un anno fa ed è in flessione dallo scorso agosto. Data l'attuale congiuntura, vi sono pochi catalizzatori per contrastare la dinamica in atto (le riaperture favoriscono i servizi anziché l'attività manifatturiera e gli stimoli in Cina devono ancora effettivamente dispiegarsi).
Poiché l'uscita dalla pandemia, lo scoppio della guerra e l'inasprimento delle politiche monetarie stanno agendo insieme come formidabile acceleratore del ciclo, spingendolo verso la fine, la sfida principale per gli investitori è sapersi destreggiare nelle varie fasi.
A inizio febbraio abbiamo ridotto l'esposizione azionaria e stiamo mantenendo un posizionamento neutrale sull'azionario, con una certa esposizione sulle materie prime, compreso l'oro.
Come previsto, l'aumento dei rendimenti reali ha comportato una significativa contrazione dei multipli azionari statunitensi; abbiamo pertanto chiuso il sottopeso tattico e optato per una posizione neutrale sulle azioni americane. In un contesto di inflazione e tassi in ascesa, le valutazioni dei titoli growth sono state particolarmente a rischio. Anche se il de-rating non è ancora concluso, prevediamo un movimento meno brusco rispetto a quello registrato da inizio anno. Al contrario, siamo sovrappesati sui mercati emergenti, in particolare sulla Cina, dove nel secondo semestre prevediamo un miglioramento della situazione legata ai lockdown e sul fronte degli stimoli.
Mentre le prospettive a più lungo termine per le azioni sono in peggioramento, penalizzate dalle revisioni al ribasso di ricavi, margini e, in definitiva, degli utili a causa dell'elevata inflazione (storicamente, un'inflazione superiore al 5% si è tradotta in scadenti performance azionarie), la nostra gestione attiva e tattica del portafoglio esplorerà le opportunità di investimento, poiché i mercati evolvono rapidamente adeguandosi al contesto. Dal punto di vista tattico, nel breve termine le azioni potrebbero beneficiare di venti di coda, poiché il sentiment e il posizionamento sono già stati duramente colpiti. Chiaramente, in un'ottica contrarian, molte cattive notizie sono già state prezzate. Pertanto, nel nostro portafoglio non siamo più sottopesati su nessuna regione. Prevedendo un rallentamento della crescita, aspettative di inflazione ai massimi e banche centrali pronte alla stretta, continuiamo a ritenere particolarmente interessante una duration più lunga nell'obbligazionario, concentrandoci in particolare sulla parte corta della curva dei rendimenti USA. Inoltre, diversifichiamo e otteniamo carry attraverso il debito emergente.
Nadège Dufossé, Global Head of Multi-Asset di Candriam