2021 positivo ma nubi all'orizzonte per i costruttori italiani di macchine per plastica e gomma
Mario Maggiani (Amaplast): la criticità che maggiormente preoccupa è la carenza di materie prime, semilavorati, componentistica, che potrebbe portare alla chiusura temporanea degli stabilimenti. Purtroppo, non è atteso un miglioramento per tutto il 2022
Con risultati anche superiori ai preconsuntivi stimati sul finire d'anno, l'industria italiana delle macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma ha archiviato un 2021 con una produzione in crescita a doppia cifra (+14%, superando in valore la soglia pre-pandemia) e risultati altrettanto soddisfacenti sul fronte del commercio estero.
Secondo i dati del Centro Studi MECS-Amaplast (l'Associazione nazionale di categoria aderente a Confindustria) elaborati anche sulla base delle rilevazioni ISTAT, il bilancio ampiamente positivo è stato sostenuto in particolare dalla forte spinta del mercato interno, che ha sfiorato il +30% sul 2020.

La quota export risulta in linea con gli anni precedenti e si attesta al 70% della produzione; peraltro, le vendite all'estero hanno registrato un rimbalzo significativo (+9% circa), fermandosi però appena al di sotto del picco dei 3 miliardi, abbondantemente superato nel triennio precedente alla crisi.
La destinazione prevalente del flusso export è stata il quadrante europeo, anche se nel complesso in lieve calo rispetto al 2020; al contrario, i costruttori italiani hanno maggiormente rivolto lo sguardo oltreoceano, realizzando vendite significative in Nordamerica, dove in particolare l'economia statunitense, caratterizzata da una decisa crescita, seppure con qualche contraddizione, mostra una domanda vivace.
Forniture in forte ascesa verso mercati prioritari come Cina e India hanno parallelamente contribuito a rafforzare il "peso" del continente asiatico.

Le esportazioni verso la Russia - mercato di riferimento che mostra però uno spiccato trend altalenante nel corso degli anni - già nel 2021 hanno registrato una flessione del 16%, superando appena gli 80 milioni di euro, anticipando involontariamente i più recenti, drammatici sviluppi.
Quelle all'Ucraina, storicamente più contenute, si sono fermate a 7,5 milioni, con un -39% sul 2020.
Dal punto di vista merceologico, dopo perdite che nel 2020 avevano riguardato diffusamente le varie tipologie di macchinari, il recupero registrato nel 2021 ha caratterizzato la gran parte delle categorie, dalle "core machinery" agli ausiliari, fino agli stampi; per esempio, le vendite oltreconfine di macchine a iniezione e per soffiaggio hanno registrato un incremento del 29%; quelle di linee per mono-multifilamenti hanno chiuso con un +18%; quelle di stampi (che rappresentano quasi un quarto del totale) hanno messo a segno un +6%.
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