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04/05/2022

idee

Per i CEO è tempo di nuove strategie

Massimo Antonelli (EY): La maggior parte degli AD italiani è pronta a ridisegnare la propria strategia di business in chiave sostenibile per creare valore di lungo termine e fronteggiare nuovi e inattesi rischi. L'M&A rimane un'opzione fondamentale

Prima la pandemia legata al COVID-19 e poi le tensioni geopolitiche sfociate nel conflitto in corso stanno provocando numerosi sconvolgimenti sulla business strategy delle aziende italiane che, nella congiuntura attuale, si trovano a dover delineare nuovi percorsi di stabilità e crescita per il futuro. La maggior parte degli Amministratori Delegati italiani è pronta a ridisegnare la propria strategia di business in chiave sostenibile per creare valore di lungo termine e fronteggiare nuovi e inattesi rischi e per questo la leva operativa delle fusioni e acquisizioni rimane un'opzione rilevante. È quanto emerge dall'EY CEO Outlook Survey che ha registrato le opinioni di oltre 2.000 CEO in tutto il mondo (dei quali oltre 70 in Italia) sulle loro prospettive, sfide e opportunità e mira a fornire indicazioni sulle principali tendenze e sviluppi che incideranno sulle strategie di business delle aziende italiane e internazionali.
"Questa fase trasformativa sta avendo degli impatti significativi sulle aziende, che si trovano a dover riformulare la propria strategia di investimento per la crescita in un nuovo contesto.

Infatti, soltanto il 13% degli intervistati dichiara che il COVID-19 non ha determinato impatti sul proprio business mentre l'87% ha ben compreso le implicazioni che la pandemia potrà avere nel medio e lungo termine. Inoltre, l'83% degli intervistati dichiara di aver già avviato piani per riorganizzare la propria supply chain. In tale contesto, la maggior parte degli intervistati vede negli investimenti in tecnologie la chiave per ottimizzare costi, migliorare l'interazione con i clienti e perseguire percorsi di sostenibilità. Questo scenario ci porta a dover essere pragmatici, puntando al miglior uso possibile delle risorse del PNRR, per dare la giusta prospettiva di crescita alle persone, alle aziende e al Paese del futuro", ha commentato Massimo Antonelli, CEO di EY in Italia e COO di EY Europe West.



Le prospettive dell'M&A nel 2022


Dopo un 2021 che ha registrato una rilevante crescita dell'attività di investimento per un valore pari a 85,5 miliardi di euro, le transazioni rimarranno uno strumento fondamentale per il riposizionamento del business nel 2022, anche se i primi mesi dell'anno hanno visto un certo rallentamento in termini di volumi e numero di operazioni rispetto allo stesso periodo del 2021 (-35% in quanto ai volumi e -13% per il numero di operazioni).

Questo rallentamento, sulla base delle analisi effettuate da EY, è principalmente imputabile a una ridotta attività di M&A da parte delle aziende, alla ricerca di un nuovo equilibrio a seguito dell'acuirsi delle tensioni nell'Est Europa; allo stesso tempo i fondi di Private Equity mantengono una forte operatività.
Secondo Marco Daviddi, Strategy & Transactions Markets Leader Europe West, EY, "il 44% degli intervistati si aspettano che le loro aziende perseguano acquisizioni nei prossimi mesi, in aumento rispetto al 35% dell'inizio del 2021, anche se è opportuno evidenziare che circa i tre quarti dei CEO intervistati hanno affermato che preferiscono concentrare gli investimenti sul mercato domestico o sulle regioni immediatamente circostanti. I CEO vedono le fusioni e acquisizioni come un acceleratore critico per le strategie di crescita a lungo termine. Ad esempio, proprio in relazione alle crescenti tensioni internazionali, è interessante notare come le strategie di sostenibilità, nel senso ampio del termine, diventano un elemento chiave per le aziende: solo il 24% degli intervistati, infatti, dichiara di perseguire simili iniziative per rispondere ad esigenze normative o regolatorie, mentre circa il 50% afferma di percepirle non solo come un elemento differenziante nel proprio posizionamento con i clienti, ma anche come un'opportunità per stabilire una nuova relazione con i propri stakeholder.


Non è dunque un caso che i CEO italiani mettano al primo posto tra le motivazioni per effettuare acquisizioni, con oltre il 36% delle risposte, la possibilità di accelerare la propria strategia di sostenibilità".
I piani di investimento dei CEO, tuttavia, potrebbero essere distolti a causa di rischi esterni alla loro attività. La maggior parte degli amministratori delegati intervistati (90%) sembra preoccupata per l'aumento dei prezzi dei fattori di produzione e la maggior parte rimane molto concentrata sulla tutela e valorizzazione del proprio core business: solo il 18% degli intervistati in Italia, contro un 25% a livello globale, dichiara infatti di allocare capitale a nuove iniziative di sviluppo che possano dare impatti positivi in futuro.
Alla domanda di identificare le principali tendenze nel mercato delle fusioni e acquisizioni nel 2022, i CEO hanno affermato che si aspettano un aumento delle acquisizioni cross-industry (63%) e un ruolo decisivo del private equity (62%).


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