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20/04/2022

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L'importanza del dato, data center e protezione - Punto e a capo

Proteggere dati e investimenti è diventato un tema cruciale per le aziende, ma complessissimo

Se il digitale è diventato un abilitatore di business, è evidente che stanno nascendo nuovi problemi che toccano le aziende, indipendentemente dalla dimensione.
Infatti, abbiamo imparato che si può lavorare ovunque, che si possono raccogliere i dati in tanti modi, che vanno salvati e che vanno sfruttati.
Se il dato in sé non vale niente, perché "è la somma che fa il totale", averli o non averli fa tutta la differenza del mondo.
Di solito le aziende si accorgono del valore dei dati solo quando non li hanno più, hanno subito un attacco e devono pagare un riscatto (ransomware) o perché è successo un disastro e si è perso tutto.
In qualsiasi caso, la differenza non la fa solo la tecnologia, ma la strategia adottata.
Credere di essere sicuri, parlare di sicurezza informatica, è uno degli errori semantici peggiori che abbiamo commesso in questi anni, perché non esiste la sicurezza al 100% e quindi spesso si crede che quanto si sia fatto in passato sia sufficiente.
Abbiamo visto attacchi di ogni tipo, da aziende pubbliche come la Regione Lazio fino ad aziende come Ferrovie dello Stato e la differenza non è il livello di protezione, ma la capacità di riattivare tutto senza perdere troppo denaro.


Essere resilienti, come si usa dire adesso, è un termine che deriva proprio dal digitale: capacità di resistere a un evento avverso, il "mi piego ma non mi spezzo".
Capire dove sono i dati, come li proteggiamo, come li conserviamo, li copiamo e li rendiamo accessibili non è un elemento trascurabile, la catena infatti è sempre più lunga e la superfice di attacco si allarga costantemente.
Avere chiara una strategia di protezione della raccolta e accesso del dato, della sua copia e integrità, delle applicazioni, delle connessioni sul cloud e delle differenti opzioni non è una cosa banale.
Le aziende moderne basano il proprio business proprio su questo e nei prossimi anni il digitale sarà ancora di più l'abilitatore del business, vista l'esplosione della raccolta dei dati e gli sviluppi dell'intelligenza artificiale.
Per le aziende tutto ciò deve essere trasparente, ma la complessità da gestire a livello di infrastruttura tecnologia è sempre crescente.
Il problema non sarà nemmeno quello di avere la giusta tecnologia, ma avere la strategia giusta, da applicare alla tecnologia e agli investimenti già sostenuti in passato.



Una sfida davvero molto difficile, per la quale molte delle PMI italiane non sono del tutto preparate.
Significa investire in risorse tecnologiche e in personale, in competenze e collaborazioni con un ecosistema esterno all'azienda.

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