Il conflitto aumenta la possibilità di errore per le Banche centrali
Silvia Dall'Angelo (Federated Hermes): mentre la Fed sembra essere più isolata, la BCE e la BOE affrontano una situazione più difficile, dato che l'Europa è un importatore netto di materie prime energetiche e dipende dalla Russia per il gas
Il rischio geopolitico può zavorrare le prospettive economiche globali in maniera eterogenea.
L'ansia sui mercati finanziari può portare a condizioni finanziarie più rigide a livello globale, ad esempio attraverso il rafforzamento del dollaro - tipicamente visto come valuta rifugio - che, casomai fosse prolungato, diventerebbe problematico, soprattutto per i Paesi emergenti.
L'incertezza geopolitica ha un impatto negativo sul sentiment di imprese e consumatori zavorrando le decisioni di investimento e di consumo.

Inoltre, in un mondo interconnesso, i conflitti regionali possono provocare interruzioni della catena di approvvigionamento, con ampie conseguenze negative per la produzione su scala globale.
Questo specifico conflitto è anche probabile faccia aumentare i prezzi dell'energia in modo significativo, con effetti inflazionistici immediati ed un grande freno alla crescita globale.
La Russia è un importante esportatore di materie prime energetiche - il primo fornitore di gas in Europa - mentre l'Ucraina è un produttore di cereali.
In effetti, la conseguenza di mercato più immediata dell'ultima escalation è stata un'impennata dei prezzi del petrolio.
Quindi è facile prevedere un aumento dell'inflazione energetica e, in misura minore, alimentare a livello globale nel breve termine.
Questo tipo di inflazione guidata da shock lato approvvigionamento esterno tende ad essere in un certo qual modo autolesionista, dato che è tipicamente una cattiva notizia per la crescita economica.
Erode i redditi reali e ingigantisce i costi di produzione, risultando in una domanda aggregata più debole e in pressioni inflazionistiche nel tempo.
Dal punto di vista della politica monetaria, questo conflitto implica un ulteriore deterioramento dei già difficili compromessi tra crescita e inflazione che le Banche centrali hanno affrontato, rendendo le prossime decisioni particolarmente difficili.
Nell'attuale contesto di inflazione già alta e di preoccupazioni per i cosiddetti effetti di secondo round, le Banche centrali continueranno probabilmente a rimuovere gli stimoli monetari.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
