In un ambiente monetario sempre più rigido, la crescita degli utili aziendali è un altro importante driver per la performance azionaria.
Il consenso degli analisti per quanto riguarda le aspettative per il 2022 è rimasto cauto, fornendo così un cuscinetto di sicurezza nel caso in cui i margini o le vendite non soddisfino le aspettative.
Riscontriamo come la stagione degli utili in corso fornisca le prove di una revisione al rialzo sull'aggregato.
Tuttavia, le trimestrali finora non sono state abbastanza robuste da compensare tassi di interesse più alti.
Tutto torna alle anticipazioni degli investitori su una futura stretta monetaria in un quadro di crescita e di inflazione.
Nei prossimi trimestri la Fed punterà a gestire un atterraggio morbido per l'economia statunitense.
Per il momento, la crescita rimane sufficientemente robusta e i mercati del lavoro sono vicini alla piena occupazione, rimane quindi spazio per agire.
Monitoreremo i segnali di pressione inflazionistica sul lato dell'offerta e dei salari, ma riconosciamo che i rischi sembrano asimmetricamente inclinati verso l'alto.
Inflazione sui beni ma non (ancora) sui servizi
Negli Stati Uniti, il mix di crescita e inflazione riflette un ambiente molto incerto che potenzialmente potrebbe portare a risultati differenti: da un piacevole boom reflazionistico e Goldilocks, alla meno piacevole stagflazione o, peggio, a un rallentamento o a una rottura.
Attualmente, l'inflazione e le sorprese economiche sono positive.
Si inizia a vedere come le pressioni inflazionistiche sui beni stiano finalmente perdendo intensità grazie ai minori vincoli sul fronte dell'offerta.
Con l'allentamento dell'attività manifatturiera l'inflazione base negli Stati Uniti dovrebbe attenuarsi.
Resta da vedere se l'inflazione sui servizi prenderà il sopravvento su quella dei beni.
Se succederà , si aggiungerà a un quadro già difficile per i politici e gli investitori.
Nell'eurozona, le sorprese economiche e d'inflazione sono anch'esse in territorio positivo.
Questo alto livello di inflazione ha messo sempre più pressione sulla BCE affinché comunicasse le sue intenzioni a breve termine.
I prezzi dell'energia e la crisi del gas sono stati i principali fattori scatenanti.
Anche l'inflazione sugli alimenti dovrebbe rimanere alta nei prossimi trimestri.
In Occidente i responsabili politici si trovano di fronte alla sfida di trovare un equilibrio nel rimuovere le politiche monetarie accomodanti senza sconvolgere i mercati e innescare un atterraggio duro.
Gestire l'incertezza
Già nel nostro Outlook per il primo trimestre del 2022 avevamo previsto la necessità di affrontare l'incertezza andando verso un mondo post-Covid.
Chiaramente, la guidance delle banche centrali in merito alle loro reazioni future ha aggiunto ulteriore incertezza a quella già esistente legata a un'inflazione più alta del previsto.
Di conseguenza, l'orizzonte d'investimento si è improvvisamente accorciato, portando al sell-off dei titoli a lunga duration, ampiamente detenuti.
Per farla breve, ci saranno molte occasioni per i mercati finanziari di valutare e rivalutare gli scenari fino a quando la BCE (10 marzo) e la Fed (16 marzo) si riuniranno nuovamente per annunciare le loro azioni.
Ci aspettiamo che i mercati finanziari continuino a evolversi senza una chiara direzione fino a quando le pressioni inflazionistiche si attenueranno e la comunicazione delle banche centrali riuscirà a stabilizzare le aspettative dei mercati.
Pertanto, persistono rischi sia al rialzo che al ribasso.
In questo contesto incerto, in cui i rischi d'inflazione sono asimmetricamente inclinati verso l'alto, stiamo leggermente riducendo la nostra esposizione sui risky asset e stiamo adottando un atteggiamento più neutrale sull'azionario, mantenendo una propensione per la short-duration.
Nadège Dufossé, Global Head of Multi-Asset di Candriam
Se l'articolo ti è piaciuto, condividilo con gli amici e colleghi