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16/02/2022

economia

Azionario: i titoli tecnologici non sono tutti uguali

Giacomo Calef (NS Partners): l'impostazione di un portafoglio azionario non può escludere i profittevoli trend digitali, come eCommerce, Cloud Computing, Cybersecurity, intelligenza artificiale e 5G

In un mercato dove le aziende non conteranno più sull'accomodamento monetario di cui hanno goduto negli ultimi anni, resisterà solo chi produrrà utili in forte crescita. I costi sui finanziamenti avranno un impatto significativo e trasversale sulla redditività delle aziende e gli operatori lo stanno già scontando nei prezzi di borsa.
Infatti a Gennaio 2022, con un -5,26%, l'S&P 500 ha segnato la peggiore perdita da Marzo 2020, quando scoppiava la pandemia. E se analizziamo il Nasdaq da inizio anno, che include i titoli tech, vediamo un ribasso a doppia cifra: -11,29%.
Tuttavia, alcune profittevoli big tech sono riuscite a contenere le perdite e battere l'indice di riferimento. Vediamone alcune.
Alphabet, cede "solo" il -1,22% da inizio 2022 e a 1 anno supera il Nasdaq del +38% circa. Tale differenza è data dagli ottimi risultati di bilancio rispetto ai competitor, con l'utile netto nel 2021 che è salito di oltre il 35%, arrivando a quota 20 miliardi di dollari grazie ai diversi segmenti del digitale. Nel caso di Alphabet, si menziona la potenza di Youtube, su cui molti youtubers fanno livestreaming per vendere i prodotti delle aziende e per dare maggiore visibilità alle stesse.

Tale attività di eCommerce ha ampie prospettive di crescita grazie allo sviluppo della Generazione Z (nati tra il 1997 ed il 2012), composta da un popolo di nativi digitali che spende soprattutto attraverso il proprio smartphone.
Secondo uno studio del 2021 condotto negli Stati Uniti, in particolare, emerge che circa il 18% di coloro che appartengono alla Gen Z trascorrono fino circa 5 ore al giorno su Youtube.
Un altro esempio potrebbe essere Apple: rispetto alla forte discesa del Nasdaq, il titolo nel 2022 sta perdendo solo circa 2 punti percentuali e a 1 anno supera il Nasdaq del +25% circa. Infatti, con utili record vicini a 34,6 miliardi di dollari, i risultati sono stati brillanti, trainati anche in questo caso dai servizi digitali. Essi comprendono iCloud, Apple Music e tutte le commissioni che vengono generate su Apple Store.
Dunque, nonostante le forti oscillazioni sui mercati, che potrebbero protrarsi nei prossimi mesi dell'anno, il pieno di profitti di alcuni colossi tecnologici indica come l'impostazione di un portafoglio azionario non può escludere i profittevoli trend digitali.
Quest'ultimi, in particolare, noi li definiamo Quality Trends: tra gli altri, abbiamo eCommerce, Cloud Computing, Cybersecurity, intelligenza artificiale e 5G.


E anche se le valutazioni delle aziende che perseguono tali trend sono moderatamente sopra la media, noi crediamo che possano sovraperformare anche in un contesto di normalizzazione della crescita economica.

Giacomo Calef, Country Manager di NS Partners


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