Prestiti garantiti dallo Stato: le imprese meno solide hanno un problema (ma c'è una soluzione)
Fabio Bolognini (Workinvoice): nel mercato i prestiti a lungo termine (usati anche per finanziare il circolante) hanno sostituito quelli a breve termine. Un'anomalia che va corretta.
La soluzione vincente per tutti ora è la cessione dei crediti commerciali
La fine dei prestiti di emergenza garantiti si avvicina a passi da gigante: già nel mese di aprile nonostante la recente proroga a metà anno, sono previsti aggiustamenti per tornare all'operatività normale.
Ed è davvero tempo di pensare al dopo, a questa normalità .
Aver finanziato le imprese costrette al lockdown o comunque colpite da una riduzione anche consistente del fatturato è stato senza dubbio necessario, ma si può supporre che i finanziamenti erogati con la logica dell'emergenza non siano stati fatti sempre con la dovuta attenzione per il rischio, e che la garanzia al 100% sui prestiti fino a 25mila euro, ma anche quella del 90% su importi superiori, abbia consentito alle banche di fare valutazioni di rischio più veloci ma meno approfondite.

Il problema che ne deriva è che una parte non irrilevante di questi prestiti non sarà restituita. Secondo alcune stime realizzate per diversi mercati europei (per esempio qui e qui), si tratta di una quota variabile tra il 7% e il 20% dell'erogato complessivo (anche se, fortunatamente, le stime sui prestiti italiani si posizionano nella parte bassa della forchetta) e si tratta di un costo a carico dei contribuenti, proprio perché la banca si avvale della garanzia del Fondo Centrale di Garanzia che fa capo al MISE.
Il costo dei prestiti garantiti ricade sulla collettivitÃ
In Italia, dai dati ufficiali, i prestiti garantiti dal Mediocredito Centrale sono ammontati nel periodo dal 17 marzo 2020 al 14 dicembre 2021 a 216,5 miliardi di euro a cui vanno aggiunti i 30,8 miliardi di euro dei prestiti garantiti nell'ambito di "Garanzia Italia" di SACE.

Da aprile 2020 a fine 2021 dunque lo Stato ha garantito oltre 246 miliardi di prestiti (su un ammontare totale di prestiti alle imprese di circa 660 miliardi in essere a novembre 2021 secondo Bankitalia), rimborsabili a sei anni (ora allungati a otto anni), con un periodo di ammortamento di 24 mesi.
Insomma, dal 2023, con l'effetto della norma a regime, l'ipotesi è che ogni anno le imprese debbano rimborsare in media 40 miliardi.