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19/01/2022

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Marcello Albergoni (Linkedin): siamo un'opportunità per le imprese e per la visibilità dei professionisti

La filiale italiana di Linkedin compie 10 anni, quale migliore occasione per fare il punto della situazione

Non sapremo mai se LinkedIn ha cambiato il mondo del lavoro, ma di certo ha rivoluzionato l'approccio ai talenti e alla conoscenza delle imprese da parte di chi sta cercando lavoro. Un piccolo cambiamento culturale importante. Abbiamo incontrato Marcello Albergoni, Country Manager di LinekdIn in Italia, per capire cosa è successo dall'apertura della sede nel nostro Paese.

Come sono stati questi 10 anni di Linkedin in Italia?

Li ho vissuti molto intensamente. Sono stato fortunato, il dipendente numero uno in Italia. Non solo, ho trovato lavoro tramite LinkedIn!
Devo ammettere che io non stavo cercando attivamente un lavoro, ero uno dei cosiddetti "passive candidates" e mi è passata la sotto il naso, proprio su LinkedIn, l'opportunità. Ai tempi era soltanto su App, molto diversa da ora, ma mi sembrava una proposta interessante. Non avevo assolutamente idea di come operasse lato business-to-business. Mi sono connesso a un ex-collega che era la persona che aveva aperto l'azienda in Francia ai tempi e mi ha detto che era una cosa molto interessante: vieni e te lo spiego.

Da lì è partito tutto.

Un mondo del business molto diverso da oggi.


Avevamo un paio di indicatori interessanti dai nostri centri di ricerca che dicevano che le persone erano propense alle relazioni e avevano adottato il telefonino con grande fiducia e passione. C'era un'opportunità per i social network del lavoro e che avrebbe funzionato. C'erano già un milione di iscritti e LinkedIn apriva in Italia. Ho preso una stanza in affitto, ho assunto assunti i primi cinque dipendenti ed è iniziata l'avventura. Prima siamo andati a Dublino, poi in America e ho fatto un giro di tutti gli uffici in Europa. Ho capito subito che c'era qualcosa di grande che si poteva fare per mettere insieme la domanda con l'offerta di lavoro. Era una grande opportunità anche economica per ogni professionista. Siamo partiti e siamo esplosi al ritmo di due nuove iscritti al secondo! Abbiamo festeggiato oltre 10 anni con 16 milioni di iscritti italiani: se ci penso è un numero spaventoso!



Nel frattempo LinkedIn è cambiata parecchio.



Un cambiamento che poi si percepisce anche fisicamente. Pur rimanendo un sistema professionale ed estremamente specializzato, l'evoluzione è andata verso un vero social network, sono nati i gruppi e c'è molto "humus" su cui possono formarsi. Al di là del cercare lavoro, sono nati opportunità e servizi legati ai contenuti e alle conversazioni tra gli scritti. Sono arrivate le aziende, che hanno iniziato a pubblicare contenuti e a parlare delle proprie iniziative, abbiamo iniziato a costruire dei ruoli un po' diversi tipo quelle degli influencer, perché siamo legati al concetto che il professionista non è che abbia nella vita soltanto o il bisogno di mostrare il proprio curriculum. C'è sempre la ricerca di lavoro in cima alla nostra offerta, ma alla base oggi abbiamo il costante "improvement", la volontà, ma anche la possibilità, di essere più aggiornati su quello che succede. Oggi LinkedIn offre un patrimonio informativo e uno strumento di crescita per chi frequenta la piattaforma. Trovare il lavoro dei sogni è una simpatica coincidenza.

Un'evoluzione che parte dalla comunicazione.



Il boost è partito con le pagine aziendali, con una comunicazione più diretta, ma anche dalle persone che possono interagire tra loro e offrire spunti e idee. Tutto quanto è cresciuto parallelamente e credo che sia servito tanto anche per aiutare le aziende a far vedere la bellezza di ciò che realizzano, un'ottima opportunità anche per le aziende italiane e il Made in Italy. L'interazione delle aziende e i dipendenti, diventati testimonial, ha portato nuova linfa e ha dato visibilità a tanti progetti. Il patrimonio di informazioni e la possibilità di condividere i contenuti, fino a giungere al personal branding, ha aperto scenari molto interessanti, ha aperto la finestra anche sulla diversità e sull'inclusione, che è una delle cose che noi stiamo indirizzando maggiormente. LinkedIn è un'opportunità per condividere un pensiero e per essere visibili in un contesto molto pulito rispetto ad altri social.



Immagino quanto lavoro ci sia alle spalle.


E' un lavoro pazzesco, ma LinkedIn deve rimanere un luogo non tossico sia per gli studenti sia per i top manager, un posto incredibile che si fonda sulla fiducia e sul rispetto di tutti.




Le aziende hanno anche altre opportunità per avere una vetrina, ma da voi l'aspetto è maggiormente curato. Come fate?


Le pagine aziendali sono curate da chi lavora in quell'azienda, per cui dal vertice aziendale in poi, con molte informazioni che arrivano dal basso, molta animazione nelle conversazioni anche da chi lavora con quell'azienda. Le Company page includono così le diverse anime dell'azienda e vari tipi di messaggi, dal CEO che parla di strategia a chi risponde alle esigenze dei clienti in modo molto pratico. Si creano figure di influencer all'interno delle aziende stesse, diventano degli opinion leader e aprono le porte dell'azienda all'esterno. Ci sono le risorse umane, c'è la comunicazione o il marketing, ci sono le vendite e tutti contribuiscono a mettere all'interno delle company page le informazioni e i contenuti.



Un modo anche per attrarre i talenti.


Certo, i professionisti migliori possono controllare cosa sta facendo nel concreto un'azienda.


Il problema dei talenti è particolarmente avvertito dalle aziende e la comunicazione su LinkedIn offre una maniera molto trasparente per mostrarsi e attrarre i talenti migliori. Vale per le aziende, ma anche per la Pubblica Amministrazione, in pratica si può andare oltre all'annuncio di lavoro. Siamo partiti con le aziende del settore technology, ma oggi siamo un punto di riferimento per ogni settore. Ci sono tante aziende che si raccontano in questa fase di trasformazione, mi viene in mente Alverà per Snam per citare un esempio; ma poi la nostra piattaforma permette di comprendere se l'azienda sta cambiando o no e se rispetta la propria strategia, vengono rispettate le aspettative. Snam è veramente un faro in questo, anche perché sta cambiando tantissimo il proprio business e offre una visione molto trasparente e verificabile. Oggi un candidato arriva al colloquio con un'idea precisa di cosa fa una determinata società, trasformandoci da un contenitore di curriculum a un data base di storie. Un candidato può mostrare anche le proprie passioni, le soft skills, che sono sempre più interessanti nel mondo lavorativo.


Si va oltre le competenze. I recuiter possono studiare i candidati prima del colloquio, per cui il momento dell'incontro diventa subito molto operativo. Si può capire se un candidato è curioso, quindi può crescere moltissimo, oppure ha competenze traversali, oppure c'è chi vuole cambiare vita o cercare una dimensione diversa, mettersi alla prova o rallentare.

Se deve dare dei consigli alle aziende, quali possono essere?


Le imprese oggi sanno cosa devono fare: devono comunicare di più. I siti non bastano più, serve un racconto diverso, più vero, non basta riproporre un comunicato stampa, c'è bisogno di raccontare la "vita aziendale", come stanno affrontando le sfide quotidiane, quali sono le attività e renderle visibili. Il consiglio è di avvicinarsi a questa forma di narrazione e capire come bisogna comportarsi a tutti i livelli, darsi delle regole su cosa dire e come dirlo e cosa no, studiare un piano editoriale che permetta alla all'azienda di essere visibile descrivendosi in maniera completa e in ottica di visibilità internazionale.
Essere inclusivi, che non è un aspetto banale, ma anche avere una doppia identità, in italiano per esempio e in inglese, o nelle lingue in cui l'azienda è presente.


Iniziare anche con degli investimenti minimi, ma i risultati arrivano se si coinvolgono le persone. Noi possiamo aiutare, l'investimento è facilmente misurabile, abbiamo tutte le metriche e tutti i sistemi per far vedere come azienda si sta comportando e come i messaggi giungono alle persone, anche con paragoni verso i competitor. Mettiamo a disposizione una quantità di dati talmente grande che noi la definiamo come la rappresentazione digitale dell'economia e le aziende possono analizzare il tutto attraverso gli strumenti di business Intelligence. E' possibile conoscere cosa sta succedendo alla propria industry, nella zona geografica, o in una zona nuova in cui si vuole aprire una branch. Ma il motore di LinkedIn, vorrei ricordarlo, è la produzione di contenuti di qualità, perché danno valore alle persone e di conseguenza alle aziende per cui lavorano. Attraverso i contenuti si accrescono le proprie competenze: non è un segreto su come LinkedIn funziona e piace.


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