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29/12/2021

idee

Passaggio generazionale nelle aziende: quando la leadership si tramanda da padre a figlia

Giovanna Carucci (#Authenticleader): è un momento delicato a prescindere dal genere. Per questo va organizzato e chiunque prenda il timone deve essere accompagnato nell'entrare nel ruolo e nell'identità che ne consegue

Sono stati da poco annunciati molti passaggi generazionali a capo di grandi marchi: Prada e Zara hanno comunicato importanti cambi alla guida delle aziende: Amacio Ortega, fondatore di Zara, ha lasciato il ruolo di presidente esecutivo alla figlia Marta e Miuccia Prada e Patrizio Bertelli hanno stipulato un patto di famiglia con i figli per iniziare il percorso di passaggio.
Giovanna Carucci, Business Generative Coach e Ceo e Founder di #Authenticleader ha voluto indagare in prima persona, con il contributo di alcune imprenditrici della sua community, su come questo delicato momento viene vissuto dalle donne che prendono il timone dell'azienda di famiglia. Quali differenze ci sono rispetto agli eredi maschi? Quali differenze e diffidenze la nostra cultura crea intorno a loro?
Quasi tutte le imprenditrici hanno affermato di aver sentito la necessità di "dover dimostrare di meritare quel ruolo", non per una questione di sicurezza personale ma piuttosto per un contesto che, più o meno velatamente, ha mandato loro questo segnale.

Se per gli eredi maschi il passaggio è qualcosa che ci si aspetta, alla stregua di un diritto di sangue, per le donne la necessità di fare bene e dimostrarlo è un prerequisito necessario e costante.
Questo fenomeno del dover dimostrare è particolarmente accentuato quando si tratta di aziende che operano in alcuni settori come ad esempio la metalmeccanica dove la quota maschile prevale su quella femminile.
Anche a parità di circostanze, comunque gli uomini sembrano essere più sicuri di potercela fare e di meritarsi quella posizione rispetto alle donne, che tendono invece a mettersi più in discussione. Chi ha vissuto questo momento di passaggio generazionale insieme ai fratelli ha sentito in maniera molto netta questa differenza. Sembra quasi che la "natura" richieda un erede maschio e quindi se invece "arriva" una donna accade che trovi molta più chiusura e diffidenza intorno a sé.
Quando una donna prende il timone dell'azienda spesso lo eredita da un uomo, il padre il più delle volte, e quindi si trova a giocare quel ruolo con un modello assolutamente diverso; questo la porta inevitabilmente a essere in bilico tra una parte che dice "devo essere come mio padre" e l'altra che cerca di trovare un proprio stile autentico che è inevitabilmente diverso da quello precedente e a interrogarsi sul modo giusto di porsi, su come poter dare continuità prendendo il meglio dal modello paterno pur esplorando un proprio modo di essere leader che non può essere uguale a quello di un uomo.

Le donne infatti sono più aperte ad alcune tematiche e attente ad aspetti sottili della vita aziendale, se cercano di replicare troppo il modello paterno rischiano di trascurare una sfaccettatura della leadership che può in realtà portare tantissimo valore in azienda.
Sembra quindi che una parte grande della questione sia quella di legittimarsi a essere diverse, di permettersi di esplorare e arricchire il modello di leadership che c'è stato in azienda senza farsi bloccare dalle aspettative di chi si ha intorno. Ciò nonostante molto più spesso sono i figli maschi che vengono visti come un prolungamento del padre e questo aspetto, carico di paragoni, per loro può essere molto pesante e concede meno spazio per poter esplorare ed esprimere sé stessi, mentre dalle donne ci si aspetta inevitabilmente qualcosa di diverso, quindi seppur l'asticella sia molto alta almeno non è fortemente finalizzata alla "somiglianza" con il padre.
Marta Ortega nuovo Presidente Esecutivo di Zara in un comunicato ha dichiarato: "ho vissuto e respirato questa azienda fin dalla mia infanzia e ho imparato da tutti i grandi professionisti con cui ho lavorato negli ultimi 15 anni.


Ho sempre detto che avrei dedicato la mia vita a rafforzare l'azienda costruita dai miei genitori, guardando al futuro, ma imparando dal passato".
Il concetto è chiaro: me lo sono meritata, sudata e soprattutto ho talmente tanto amore e determinazione per questa azienda che farò del mio meglio (meglio forse di chiunque altro). Pochi dubbi e tanta passione e determinazione.
Seppure in una cultura ancora poco favorevole alle donne, il passaggio generazione è un momento delicato a prescindere dal genere. Sicuramente è un momento nel quale tanti nodi di relazioni familiari vengono al pettine, alcuni legati addirittura ai tempi lontanissimi dell'infanzia. Per questo va organizzato e chiunque prenda il timone deve essere accompagnato nell'entrare nel ruolo e nell'identità che ne consegue, lavorando proprio su questi aspetti strettamente familiari. Più si riesce a farlo in modo umano, attento e consapevole, migliori sono i risultati nel breve e lungo periodo.


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