Pagamenti elettronici: grandi potenzialità di crescita per il mercato italiano
Secondo un report dell'Area Studi Mediobanca sulle PayTech, il settore è in continua trasformazione. Dopo un 2020 di lieve flessione, nel 2021 è tornata la crescita.
Nexi in quarta posizione in Europa per fatturato
Quello dei pagamenti elettronici è un comparto in decisa evoluzione ed espansione.
E lo dicono i numeri presentati dalla prima edizione del report sulle PayTech mondiali e italiane, realizzato dall'Area Studi Mediobanca.
Lo studio ha analizzato i bilanci del triennio 2018-2020 e dei primi nove mesi del 2021 delle 25 PayTech internazionali con ricavi superiori al miliardo di euro, di cui 15 hanno sede negli USA, 2 in Brasile e le rimanenti 8 in Europa.
Le PayTech mondiali nel 2020 e nei primi nove mesi del 2021
Nel 2020 il giro d'affari complessivo delle 25 PayTech internazionali con ricavi superiori al miliardo di euro ammontava a 140 mld di euro.

In generale, la pandemia ha influito negativamente sui bilanci di queste società che però hanno mostrato una buona resilienza, riuscendo a contenere il calo del fatturato aggregato (-2% sul 2019).
Tra la rivoluzione dell'Open Banking, contesti macroeconomici in continua trasformazione e un'economia sempre più digitale, lo scenario globale dell'industria dei pagamenti ha cambiato radicalmente volto e ora vede i colossi bancari competere con nuove piattaforme tecnologiche, banche challenger e BigTech.
Le transazioni cashless hanno toccato i massimi storici nel 2020, raggiungendo, a volume, quota 785 miliardi (rispetto ai 389 miliardi nel 2014).
La loro crescita è però passata dal +16,5% del 2018/19 al +7,8% del 2019/20, risentendo degli effetti della pandemia.
I primi cinque player a livello mondiale sono tutti statunitensi e sviluppano il 59,2% del fatturato aggregato.

Dominio che si allarga fino all'88% del totale se si considera la somma dei ricavi delle 15 società con sede negli Usa.
Seguono i Gruppi europei e brasiliani che determinano, rispettivamente, il 10% e il 2%.
Per quanto riguarda la composizione del giro d'affari, il 57% è sviluppato dal comparto "scheme cards & global payments" (in calo del - 4,5% sul 2019 a fronte delle minori transazioni cross border), il 36% dalle imprese attive nell'acquiring e nel processing (+2,3% sul 2019) e il 7% dalle società specializzate nel "fleet management, welfare & remittance" che risentono delle minori rimesse internazionali e delle limitazioni alle trasferte lavorative (-8,8% sul 2019).