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29/12/2021

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Francesco Venturoli (Bugnion): il futuro del Made in Italy passa dalla tutela della proprietà industriale e intellettuale

I diritti assicurano un vantaggio competitivo a chi li ha ideati. Aprono la possibilità di valorizzare l'innovazione acquisendo nuovi mercati e offrono la possibilità di continuare ad investire sul futuro

La protezione dei beni immateriali è da tempo una chiave strategica per le aziende. In mondo sempre più connesso e globalizzato questo interessa tutti i Paesi, ma il nostro in particolare dove, soprattutto le PMI, fa ancora fatica ad emergere la cultura della tutela dell'innovazione.
E che sia di strema attualità lo dimostra il fatto che è stato oggetto di un approfondimento ad hoc durante i lavori in ambito G7 e G20. Ne abbiamo parlato con Francesco Venturoli di Bugnion, società fra i leader italiani ed europei nel settore della consulenza in tema di proprietà industriale e intellettuale (PI).

Diritti di PI a livello globale. Un tema che riguarda la gran parte del tessuto economico del nostro Paese. A che punto siamo?


Si rende necessaria una doverosa premessa riconducibile al momento economico (e non solo) che sta vivendo il nostro Paese, dovuto chiaramente all'ormai biennio emergenziale legato alla pandemia che sicuramente ha generato delle ripercussioni negative.
Ciò non toglie, e mi preme sottolinearlo, che la nostra economia nazionale ha fin da subito programmato di investire parecchie risorse nel settore della proprietà industriale per i prossimi anni a venire.


Invero, basti pensare che lo scorso 23 giugno è stato emanato un Decreto Ministeriale, il quale prevede l'adozione di un documento denominato "Linee di intervento strategiche sulla proprietà industriale per il triennio 2021-2023" che detta quelli che sono gli obiettivi futuri che si intendono perseguire per garantire un'ulteriore spinta per la ripresa economica.
Giova sottolineare, a testimonianza dell'importanza che al giorno d'oggi riveste la proprietà industriale, che il citato documento rappresenta il primo provvedimento di natura programmatoria di attuazione in Italia del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che annovera la "riforma del sistema della proprietà industriale" all'interno della missione 1, componente 2 "Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo" e che ha destinato ad un pacchetto di azioni un finanziamento straordinario di 30 milioni di euro.
Ritornando al contenuto del documento, senza soffermarsi sugli aspetti meramente tecnici della materia, vengono delineati i seguenti obiettivi:
- migliorare il sistema di protezione della PI;
- incentivare l'uso e la diffusione della PI, in particolare da parte delle PMI;
- facilitare l'accesso ai beni immateriali e la loro condivisione, garantendo nel contempo un equo rendimento degli investimenti;
- garantire un rispetto più rigoroso della proprietà industriale;
- rafforzare il ruolo dell'Italia nei consessi europei ed internazionali sulla proprietà industriale
.


Chiaramente, trattasi di una sfida ambiziosa e di certo non facile, ma reputo che ci siano tutte le condizioni per poter concretamente ottenere ottimi risultati.
D'altronde, attualmente tecnologia e conoscenza rappresentano elementi imprescindibili per la crescita di ogni sistema economico e questi sono altresì elementi che da sempre contraddistinguono il genio italiano, l'ormai celebre Made in Italy, orgoglio e fiore all'occhiello del nostro Paese.
In questo contesto i diritti di proprietà industriale devono considerarsi protagonisti assoluti, in quanto nascono con l'obiettivo di tutelare le idee, le opere e i processi frutto dell'innovazione, assicurando un vantaggio competitivo a chi li ha ideati; aprono la possibilità di valorizzare l'innovazione acquisendo nuovi mercati e offrono la possibilità di continuare ad investire sul futuro.
Da qui si deve ripartire per definire una strategia italiana sulla proprietà industriale vincente.

Facciamo un confronto con il panorama internazionale.


La tutela della proprietà industriale ed intellettuale è un tema che ormai possiamo definire globale, interessando le economie di tutti i principali Paesi del mondo.



L'acquisita ed accresciuta sensibilità al tema è altresì testimoniata dalla circostanza che la protezione dei beni immateriali è stata oggetto di un approfondimento ad hoc durante i lavori in ambito G7 e G20, anche alla luce dell'impatto delle nuove tecnologie emergenti nell'era digitale, e tenuto conto dell'aumento delle violazioni dei Diritti di proprietà su scala globale attraverso l'utilizzo di strumenti informatici (come per esempio furto di "trade secrets", "cyber theft").
Per far fronte alla continua evoluzione di problematiche di tale entità è auspicabile che l'Italia continui il suo processo di armonizzazione e collaborazione sia con l'UE che con i principali Paesi terzi con cui vengono intrattenute relazioni commerciali, in modo da far fronte comune e contrastare congiuntamente le attività illecite.

In sintesi, quali sono i vostri servizi e le aree di competenza?


Bugnion, da oltre 50 anni, offre la sua assistenza sia alle aziende italiane che a quelle internazionali, per la tutela dei beni immateriali, confermandosi stabilmente fra i leader italiani ed europei nel settore della consulenza in proprietà industriale e intellettuale.



Basti pensare che ad oggi contiamo circa 9mila aziende clienti in Italia e nel mondo e la gestione di 40mila tra brevetti, modelli e design, e più di 62mila marchi.
Numeri sicuramenti importanti, accompagnati da un trend che si conferma positivo anche per la chiusura imminente dell'anno corrente, Bugnion dovrebbe difatti confermarsi prima per il deposito di brevetti europei.
Ciò detto, il segreto di Bugnion è sicuramente rinvenibile nella capacità di sapere individuare, tutelare e valorizzare le idee provenienti dai clienti, farne un elemento fondamentale del patrimonio aziendale, costruendo il vantaggio competitivo dell'impresa.
Come anticipato, il nostro primo obiettivo è la tutela dei beni immateriali delle aziende: i risultati della ricerca, dell'innovazione e della creatività (brevetti per invenzione e modelli industriali, disegni, processi produttivi innovativi, know-how, software, diritto d'autore, ecc.) e i segni distintivi (marchio, ditta o denominazione sociale, insegna, nome a dominio, ecc.) sui quali ottenere diritti di esclusiva.
Sapere gestire questi diritti, sfruttarli, difenderli dalla concorrenza, valorizzarli e farne un elemento fondamentale del patrimonio aziendale significa saper costruire il vantaggio competitivo dell'impresa.



In tale ottica, offriamo servizi che vanno dalla valutazione della migliore strategia di deposito dei titoli di proprietà intellettuale, comprensiva di una cura dettagliata dell'iter di registrazione, fino ad offrire un'assistenza difensiva (quando necessaria) in sede di contenzioso innanzi ai principali organi ammnistrativi nazionali ed internazionali (quali, per esempio, UIBM, EPO, EUIPO e USPTO), coadiuvandoci del supporto di corrispondenti e colleghi sparsi nel mondo in modo da garantire una tutela che possa soddisfare tutte le richieste ed estensioni territoriali dei clienti.
Da ultimo, al fine di avere un'informazione dettagliata sul mondo della proprietà intellettuale e sull'offerta dei nostri servizi ad essa associata, Consigliamo di scaricare il nostro ebook al seguente link: https://www.bugnion.eu/it/note-di-proprieta-industriale



Voi vi occupate di tutela in molti ambiti e a 360 gradi. Quali sono le richieste più diffuse?


A livello personale, facendo parte del dipartimento marchi, le richieste più diffuse riguardano essenzialmente la tutela connessa ad essi.



In particolare, mi occupo principalmente delle seguenti attività:
- Studio ed analisi di una corretta strategia di deposito di un marchio, comprensiva di ricerche di anteriorità;
- Svolgimento di trattative, dirette alla composizione bonaria delle vertenze instauratesi;
- Redazione di accordi di coesistenza;
- Procedimenti di opposizione innanzi all'UIBM ed EUIPO;
- Attivazione di Servizi di sorveglianza riguardanti marchi e nomi a dominio, con studio di possibili strategie di "attacco".




Che cosa può motivare maggiormente le aziende italiane a tutelarsi? Come far crescere questa cultura?


Personalmente ritengo che una maggiore consapevolezza e cultura per le aziende in merito alla PI, debba necessariamente partire da una collaborazione sempre più stretta con le Università.
Difatti, una sinergia sempre più funzionante tra aziende ed Università permetterebbe di avere una consapevolezza maggiore rispetto alle tematiche di PI, garantendo che fin dall'elaborazione di un'idea sia debitamente percepita la necessità di procedere ad una corretta tutela della propria creazione.



In quest'ottica, Bugnion è sempre vigile ed attenta vantando collaborazioni con diverse Università italiane, ospitando e promuovendo Webinar sui principali temi connessi all'PI.

Negli ultimi tempi è emerso in rete il fenomeno dei "Copyright Troll". Di cosa si tratta e come si contrasta?


Molto brevemente, per Copyright Troll si intende quella prassi sempre più diffusa che coinvolge agenzie specializzate o studi legali che dopo aver acquistato diritti di sfruttamento limitati su opere protette (come per esempio foto, film etc.), in realtà non li sfruttano, ma si limitano a chiedere il risarcimento del danno alle persone che presumibilmente violano tali diritti sotto la minaccia di agire in via giudiziale.
Purtroppo, ad oggi, non esiste una soluzione univoca che possa fornire uno strumento idoneo per fronteggiare adeguatamente tale fenomeno.
Invero, anche alla luce delle recenti decisioni della Corte di Giustizia, è auspicabile un intervento normativo che possa riformare la materia del diritto d'autore e prevedere al suo interno una tutela ad hoc per casi simili.



In ogni caso, un consiglio pratico ed imprescindibile che mi sento di poter dare è quello di accertarsi innanzitutto che chi agisce sia titolare della corrispondente licenza sull'opera oggetto di asserita violazione, in tal caso consiglio di richiedere sempre copia della licenza.


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