Factoring: chiuderà il 2021 a circa +10% e continuerà a correre
Alessandro Carretta (Assifact): dopo il calo del 2020 causa pandemia, stimata per l'anno prossimo una crescita del volume d'affari in Italia tra il 5,68% e il 10,79%.
Ci sono comparti che in questo periodo di pandemia riescono a crescere in misura significativa.
E questo è particolarmente importante per quelli che legano a filo doppio l'economia alla finanza, che troppo spesso non riescono ad instaurare rapporti di proficua collaborazione.
E' il caso del factoring che, nonostante le incertezze legate alla quarta ondata del COVID-19, alle difficoltà di approvvigionamento di materie prime e all'inflazione, sorprende con una variazione attesa del volume d'affari complessivo in Italia al 31 dicembre prevista tra +9,12% e +11,88%.

Gli operatori del settore confermano queste proiezioni: secondo un'indagine di Assifact, l'Associazione italiana per il factoring, le loro valutazioni "sul campo" portano ad esprimere attese di una chiusura del 2021 a +9,66%.
La pandemia e i lockdown hanno ancora una volta messo in evidenza la capacità del factoring, un business che vale il 14% del Pil, di cogliere e amplificare la ripresa economica ma anche, nell'ipotesi di scenari più pessimistici, essere comunque presente al fianco delle imprese, offrendo una risposta più che proporzionale alle esigenze di finanziamento e di gestione del capitale circolante, comprese le catene di fornitura.
Con la ripresa economica in atto, la crescita del factoring proseguirà anche nel 2022: le proiezioni basate su dati congiunturali, considerando il rapporto factoring/Pil, indicano per fine anno prossimo un tasso di crescita atteso del volume d'affari compreso tra +5,68% e +10,79%.
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