Iper-automazione: perchè non è una minaccia al lavoro umano
Giammaria Ripoli (Minsait): il suo scopo non è altro che mettersi al servizio della conoscenza e dell'esperienza delle persone per facilitare scenari di lavoro più creativi e produttivi
Nell'attuale contesto di digitalizzazione accelerata, nessuna azienda o amministrazione pubblica può considerarsi innovativa se non include nella sua visione del futuro una strategia di automazione avanzata che permetta di standardizzare i processi al fine di ottenere di più dai dati per offrire una migliore esperienza al cliente, ottimizzare il customer care e ridurre le inefficienze.
I robot e gli algoritmi non sono una minaccia se si è preparati al cambiamento, ma piuttosto un aiuto per aumentare la competitività .
L'obiettivo dell'iper-automazione non è quello di sostituire il lavoro delle persone, ma di supportarle per migliorarne l'operatività e le prestazioni.

Nessuna tecnologia può sostituire la capacità dell'essere umano di interpretare le informazioni, applicare la logica e prendere decisioni.
Lo scopo dell'iper-automazione non è altro che mettersi al servizio della conoscenza e dell'esperienza delle persone per facilitare scenari di lavoro più creativi e produttivi.
Grazie all'iper-automazione, infatti, è possibile aiutare gli operatori a gestire gli incidenti con un risparmio di decine di milioni di euro, le amministrazioni pubbliche a migliorare il servizio al cittadino in ambiti importanti come la gestione degli aiuti pandemici, e le aziende energetiche a ottimizzare la protezione dei loro beni e infrastrutture.
Anche le compagnie di assicurazione e le banche beneficiano di riduzioni significative nei processi di registrazione e comunicazione con i loro clienti.
Per esempio, la robotizzazione della gestione degli incidenti per le vulnerabilità degli asset presso un importante operatore di telecomunicazioni ha permesso di risparmiare 6.000 ore di lavoro all'anno e raggiunto un tasso di errore dello 0%.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
