Lavoro in presenza: dirigenti e lavoratori vogliono modalità diverse
Il 79% delle organizzazioni crede che i dipendenti preferiscano lavorare in ufficio, ma solo il 39% di questi lo vorrebbe effettivamente, il 57% dei dipendenti sceglierà il datore di lavoro sulla base del worklife balance
I responsabili di business sono significativamente più soddisfatti del modo in cui si sono adeguati alle nuove prassi lavorative rispetto ai loro stessi dipendenti.
Inoltre, c'è la necessità di una visione organizzativa più chiara su come i dipendenti hanno rivalutato le proprie aspettative nei confronti del posto di lavoro.
Sono le indicazioni principali emerse dall'edizione 2021 del Global Workplace Report di NTT su quello che sarà il futuro del lavoro a fronte della ripresa post-pandemica delle organizzazioni di tutto il mondo.
Consapevolezza condivisa, prospettive divergenti
Con 1.146 (315 in Europa) interviste condotte in 23 Paesi, NTT riporta, per quasi la totalità , una concordanza sul fatto che il lavoro remoto abbia introdotto delle difficoltà : l'82% (74% in Europa) degli intervistati afferma che abbia avuto un impatto sulle prestazioni organizzative, mentre l'81% (76% in Europa) concorda che per i dipendenti è stato altrettanto sfidante.

Il 63% dei CHRO (il 60% delle organizzazioni in Europa), al contempo, dichiara che il benessere dei dipendenti ha subito un peggioramento durante la pandemia.
Tuttavia, non sempre un'ampia consapevolezza del problema si traduce in una valutazione realistica della capacità organizzativa.
Rispetto al personale operativo, i CEO hanno 20 punti percentuali in più di probabilità di ritenere che la loro organizzazione sia molto efficace nella gestione dell'orario di lavoro, 28 punti in più di ritenere che siano efficaci nel prevenire il burnout e 41 punti in più di probabilità di essere molto soddisfatti della propria capacità di esperienza dei dipendenti (EX) dell'organizzazione.
Questo divario di consapevolezza rispecchia una grave mancanza di fiducia dei dipendenti, con solo il 38% che sostiene che il proprio datore di lavoro tenga realmente in considerazione il suo stato di salute e il suo benessere e solo il 23% che afferma di essere molto felice di lavorare per il proprio titolare.
Una migliore rivalutazione dell'equilibrio vita privata-lavoro
Alla base della discrepanza di soddisfazione tra datori di lavoro e dipendenti, la ricerca ha rilevato una diversità significativa nelle attitudini dei dipendenti nei confronti delle proprie preferenze lavorative future.