Plastiche: Italia protagonista per riciclo e bio nei brevetti internazionali
António Campinos (EPO): in Europa si può fare di più per trasferire il know-how dalla ricerca fondamentale all'industria
Nella UE la decisione di implementare la Plastic tax sposa la causa ambientalista, ma purtroppo finisce per penalizzare un settore in grande espansione e che vede l'Italia tra i leader al mondo non solo nella produzione, ma soprattutto a livello di ricerca e sviluppo sia a livello di materiali bio sia nell'implementazione di pratiche di economia circolare. Quindi, nonostante le direttive UE economicamente punitive, si continua a studiare e sperimentare.
Gli sforzi per rendere più sostenibile l'utilizzo e di questo materiale sono peraltro evidenti in Europa e negli Stati Uniti, che stanno guidando l'innovazione nel riciclo della plastica e nella creazione di plastiche alternative.

Queste sono due grandi aree di progresso tecnologico nella riduzione dei rifiuti di plastica, come mostra il più recente studio pubblicato dall'Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO).
Tra il 2010 e il 2019, l'Europa e gli Stati Uniti hanno rappresentato ciascuno circa il 30% (o il 60% insieme) dell'attività brevettuale in tutto il mondo in questi settori.
Le aziende e gli istituti di ricerca italiani sono tra i principali portatori di innovazione in entrambe queste tecnologie chiave.
In Europa, la Germania ha registrato la quota più elevata di attività brevettuale sia nel riciclo della plastica sia nelle tecnologie delle bioplastiche (8% del totale globale), mentre Francia, Regno Unito, Italia, Paesi Bassi e Belgio si distinguono per la loro maggiore specializzazione in questi campi.
Il rapporto (dal titolo "Brevetti per la plastica di domani: tendenze nell'innovazione globale nel riciclo, nel design circolare e nelle fonti alternative") mostra che tra il 2010 e il 2019 l'Italia ha contribuito con il 9% di tutte le famiglie di brevetti internazionali (IPFs) depositate da aziende e inventori con sede nella UE in entrambe le tecnologie di riciclo della plastica (quarta posizione in Europa) e bioplastiche (terza posizione in Europa).
Gli IPFs rappresentano invenzioni di alto valore per le quali sono state depositate domande di brevetto presso due o più uffici brevetti in tutto il mondo.
L'Italia mostra inoltre un elevato grado di specializzazione sia nel riciclo della plastica sia nelle bioplastiche.
Lo dimostra il fatto che, rispetto al numero complessivo di domande di brevetto italiane, le aziende e gli enti di ricerca italiani hanno depositato più brevetti in questi due settori rispetto alle controparti di molti altri Paesi.

Più precisamente, proprio nell'ambito del riciclo della plastica, l'Italia può vantare il secondo più alto grado di specializzazione rispetto gli altri Paesi della UE nel recupero dei rifiuti e nel riciclo meccanico.
I principali richiedenti brevetti con sede in Italia sul riciclo della plastica sono Eni, Lyondell-Basell, Fater SpA, Previero, Università di Bologna e Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Leader nelle bioplastiche sono invece Pirelli, Novamont, Eni e Fidia Farmaceutici.
"Se da un lato la plastica è essenziale per l'economia, l'inquinamento da questo materiale sta minacciando gli ecosistemi di tutto il pianeta", ha affermato il presidente dell'EPO António Campinos.
"La buona notizia è che l'innovazione può aiutarci ad affrontare questa sfida consentendo il passaggio ad un modello completamente circolare.