E se l'inflazione fosse qui per restare (e a lungo)?
Alessandro Tentori (AXA IM): ci sono tutti gli elementi per la tempesta perfetta, tra cui, il forte rincaro delle materie prime e il ritorno della spirale prezzi-salari negli USA
L'inflazione continua a essere il focus dei mercati, grazie a una serie impressionante di sorprese positive e a livelli che non si vedevano da tempo.
Le indicazioni raccolte nei dodici distretti del sistema della Federal Reserve (il cosiddetto "Beige Book") evidenziano "prezzi significativamente elevati" nonostante un "livello di ottimismo più contenuto" sulla crescita.
Le aspettative di inflazione - siano esse basate sui sondaggi o sui prezzi delle obbligazioni inflation-linked - confermano un livello di inflazione sostenuto anche su orizzonti lunghi (da 5 a 10 anni), in chiara divergenza con la narrazione delle banche centrali sistemiche, che ancora continuano a battere sul tasto dell'inflazione transitoria.

Le aspettative di mercato a cinque anni indicano un livello di inflazione media di 2.25% in Eurozona e di 3.10% negli Stati Uniti, a testimonianza del fatto che gli investitori cominciano a dubitare che la BCE e la Fed siano in pieno controllo della situazione.
Nel Regno Unito, le aspettative sono ormai fuori controllo con un livello di inflazione media sui cinque anni prezzato intorno al 4.85%.
Ovviamente, le materie prime hanno contribuito a complicare non poco il quadro di inflazione: L'aumento dei prezzi non è solo ingente e inatteso (in pochi si aspettavano un +35% da inizio anno), ma è anche distribuito uniformemente su tutte le categorie.
Preoccupa in ottica di stabilità sociale la forte inflazione dei prezzi alimentari dovuta in larga parte a un aumento del quasi 30% sulle materie agricole.
L'inflazione colpisce tutti gli strati della società, ma l'impatto negativo è più evidente sulle abitudini di consumo dei redditi più deboli.
Ecco allora che più del 60% delle banche dei Paesi emergenti hanno già dovuto alzare i tassi di interesse!
La sequenza di eventi farebbe pensare a una tempesta perfetta: al forte shock negativo sulla domanda (Covid) hanno fatto seguito uno shock positivo, sempre sulla domanda (politica monetaria e fiscale espansive) nonché un fortissimo shock negativo sull'offerta (materie prime e colli di bottiglia).
La politica monetaria non è lo strumento adatto per gestire uno shock asimmetrico, in cui le dinamiche di inflazione e di crescita del PIL divergono.
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