Questo, in forma diversa, ha prevalso molto sulla loro salute generale (12%), così come sull'acuirsi dell'insonnia (20%), ma anche sulla preoccupazione di commettere degli errori dovuti allo stress (24%).
La pandemia, oltre ad aver rappresentato un dramma sotto il profilo sanitario ha generato una serie di problemi collaterali che hanno impattato diverse aree.
Sotto un profilo lavorativo quelli che più hanno preoccupato i decision manager italiani riguardano temi aziendali come la crisi finanziaria (32%), la salute e la sicurezza dei dipendenti e le misure da adottare durante la pandemia.
Quasi la metà degli intervistati è preoccupata per la potenziale responsabilità derivante dalla mancata realizzazione di iniziative ambientali o dalla mancata segnalazione dei rischi legati al clima.
Solo l'11% degli intervistati ha dichiarato che le iniziative ESG sono una priorità assoluta per la propria azienda, mentre il 39% ha detto che è una delle loro principali priorità.
Uno su quattro però afferma che la propria azienda ha aumentato l'attenzione sull'ESG nell'ultimo anno, mentre il14% degli intervistati ha dichiarato che la propria azienda non si focalizza molto sull'ESG.
Ma, il dato incoraggiante è che un quarto (26%) abbia detto di aver aumentato la propria attenzione su questo tema nell'ultimo anno e che avere una solida struttura ESG è importante per i loro investitori e clienti.
Rischi informatici
Tre quarti (75%) degli intervistati ha dichiarato che la loro azienda si affida in una certa misura a fornitori terzi per la gestione della sicurezza informatica e/o la gestione dei dati.
Quasi la metà invece esternalizza una parte della gestione dei rischi, un quinto ne affida a gestione esterna la maggior parte, e il 10% commissiona interamente a un fornitore di terze parti.
Di questi ultimi, il dato che risulta allarmante, vista l'importanza della sicurezza informatica per le aziende, è che solamente l'8% dichiari di non aver capito chi è responsabile in caso di un incidente informatico che coinvolga un fornitore.
Reclami
Un intervistato su cinque ha dichiarato di aver ricevuto reclamo contro di sé. Il 19% degli intervistati ha ricevuto una richiesta di risarcimento, in qualità di proprietario di un'azienda o di membro dell'alta dirigenza.
Di questi, sette su dieci (72%) hanno detto che il reclamo è stato fatto negli ultimi 18 mesi, e quello più comune riguarda l'area della salute e della sicurezza.
Uno su quattro vorrebbe che ci fossero più strutture/processi in atto per proteggerli dall'eventualità di un reclamo.
Tre su dieci credono di essere adeguatamente coperti dall'assicurazione in caso di sinistro, mentre il 23% vorrebbe che ci fossero più strumenti per proteggere il senior management.
In linea con questo, il 12% si detto è preoccupato di una richiesta di risarcimento nei propri confronti, mentre il 9% si è maggiormente focalizzato su questo tema negli ultimi 18 mesi.
"I dati che emergono dalla Survey sulla D&O Management Liability presentano in generale un quadro interessante ma due dati in particolare portano ad una maggiore riflessione.
Il primo è quello relativo al peggioramento del profilo di rischio per un numero importante di manager intervistati.
Questo è sicuramente un aspetto che non deve passare inosservato, anche se è l'effetto di una pandemia che ha segnato il mondo intero, ma dovrebbe essere un punto di discussione tra i player del mercato assicurativo al fine di intervenire con garanzie di prodotto a supporto di alcuni degli aspetti che rientrano nella polizza D&O come per esempio la parte salute", ha dichiarato Angela Rebecchi, General Manager di QBE Italia. "Il secondo dato che emerge è che solo l'11% degli intervistati ha dichiarato che le iniziative ESG sono una priorità assoluta per la propria azienda.
Noi di QBE siamo fermamente convinti che promuovere i criteri ESG sia una necessità per i nostri clienti, i dipendenti e le comunità in cui operiamo, non solo per aiutarli a realizzare una società sempre più resiliente ma anche per promuovere un futuro più sostenibile".
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