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06/10/2021

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Marco Ceresa (Randstad): HR manager alla ricerca dei Remote Leader

Lo smartworking resterà nella quotidianità delle imprese e saranno queste nuove figure, o soggetti interni che hanno sviluppato questa conoscenza, chiamate ad organizzare al meglio il lavoro agile dei propri team

Nel 2020, durante le prime fasi dell'emergenza sanitaria, il 72% delle imprese ha introdotto o potenziato il lavoro a distanza per tutti o per una parte dei dipendenti e l'86% di queste ha continuato a operare con questa modalità nel 2021, con i due terzi che proseguiranno anche in futuro.
Insieme al lavoro, anche la leadership si esercita sempre più da remoto e necessita di nuove competenze da parte dei manager.
Oltre alla capacità di ascolto e all'empatia, caratteristiche condivise con i manager tradizionali e considerate fondamentali rispettivamente dal 26% e dal 23% dei Direttori HR, ai nuovi "remote leader" sono richieste capacità di comunicare efficacemente (24%) e di coinvolgere i collaboratori (19%), abilità di gestione e pianificazione (17%, +13% rispetto ai leader tradizionali), affidabilità e capacità di costruire legami di fiducia (12%, +7%) e attenzione alla misurazione dei risultati (11%, assente fra i leader tradizionali).
Lo rivela l'HR Trends & Salary Survey 2021, la ricerca condotta da Randstad Professionals in collaborazione con l'Alta Scuola di Psicologia Agostino Gemelli (ASAG) dell'Università Cattolica.

Ne abbiamo parlato con Marco Ceresa, Group CEO Randstad Italia.

La maggior parte delle aziende italiane ha scoperto lo smartworking nel 2020. Che cosa ne aveva frenato in passato l'adozione?

Credo la complessità e, soprattutto, il cambio di mentalità. Innanzitutto andava ben compreso il concetto di smartworking, a livello operativo e gestionale: il diritto alla disconnessione, gli strumenti di lavoro, i compiti da assegnare, le scadenze da rispettare. Serviva (e serve) soprattutto un approccio che portasse le imprese a dare fiducia alle proprie persone e a valutarlo non più per la quantità di tempo passato a lavorare ma per gli obiettivi e i risultati raggiunti.

Quali sono i punti salienti emersi dalla vostra ricerca?

Dalla ricerca emerge come lo smartworking resterà nella quotidianità delle imprese: ben il 66% di quelle che lo hanno adottato durante l'emergenza continuerà a utilizzarlo anche in futuro. In questa nuova normalità i manager devono essere "Remote Leader", cioè leader capaci di gestire e, soprattutto, di prendersi cura delle persone che guidano, in presenza e a distanza.



L'adozione dello smartworking - o meglio del remote working - proseguirà quindi anche negli anni a venire. Ma in che misura, rispetto al lavoro in presenza?

Sicuramente rimarrà, ma credo verrà sempre più adottata una formula "ibrida", come già sta avvenendo, ovvero una convivenza di lavoro da remoto e di presenza in ufficio.

Quali sono le principali sfide dell'HR in questa fase di ripartenza e quali quelle future?

La principale sfida che dovrà affrontare l'HR nel 2021 è la creazione e il mantenimento di un buon ambiente di lavoro che tenga conto delle specificità del lavoro a distanza o ibrido (52%, +11% rispetto al 2020), l'impegno per trattenere i migliori talenti già presenti in azienda e l'incremento delle performance e della produttività.
Nella fase di selezione dei candidati da inserire in azienda le caratteristiche più ricercate sono competenze professionali specifiche del ruolo (66%), attitudini relazionali e comunicative (59%), capacità di lavorare in team (54%) e esperienza lavorativa nel settore (49%).




Come è cambiato il ruolo dell'HR manager?

Oggi gli HR Manager partecipano maggiormente alle decisioni strategiche per il business, godono di un maggiore supporto da parte del top management. In futuro queste tendenze si rafforzeranno ulteriormente e il ruolo sarà sempre più caratterizzato da una stretta relazione con la dirigenza e da una forte attenzione allo sviluppo di carriera delle persone e al loro benessere.

Nella survey parlate di Remote Leader. Che ruolo è e quali sono le sue mansioni?

Il Remote Leader deve definire le regole dello smartworking, quindi, come organizzare il lavoro agile dei suoi collaboratori fornendo un piano strutturato che dia alle persone le linee guida.
Deve fornire gli strumenti giusti per poter svolgere in autonomia tutte le attività di una normale giornata d'ufficio, deve definire gli obiettivi, pianificare riunioni di coordinamento con il team, dare fiducia e creare momenti di verifica dei risultati, agevolare la socialità.  


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