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08/09/2021

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Italia: attesa crescita di default aziendali nella seconda metà del 2021

Secondo un report di Atradius il PIL crescerà di circa il 4% su base annua, trainato da investimenti ed export. Rallenta la crescita dei consumi privati per contrazione redditi da aumento disoccupazione

Prevista una crescita cumulativa di insolvenze e fallimenti aziendali in Italia (+4%) per la seconda metà dell'anno, con un trend in salita atteso anche per il 2022. Queste, in sintesi, le previsioni sull'andamento dei default aziendali nel nostro Paese per i prossimi mesi, delineate nel report economico/settoriale dedicato all'Italia da Atradius, società tra i leader mondiali nei settori dell'assicurazione del credito, fideiussione assicurative e recupero crediti.
Nonostante il rinnovo dell'articolato piano di aiuti varati dal governo, messi a disposizione del sistema imprenditoriale italiano per fronteggiare la crisi economica e sociale innescata dalla pandemia, il già discusso programma di riforme delineato in sede europea e in attesa di applicazione in Italia (in primis, la riforma del quadro normativo sulla crisi d'impresa e d'insolvenza la cui entrata in vigore è slittata alla prossima primavera), i dati previsionali sui default aziendali in Italia evidenziano, per i prossimi mesi, difficoltà per molti comparti di agganciare una, seppur timida, ripresa le cui avvisaglie sono già apparenti.

Quest'ultima si attesterà su un +4,6% del PIL quest'anno, portando un +10% di investimenti ed export su base annua, dopo una contrazione a due cifre registrata nel 2020. Tuttavia - evidenzia il rapporto economico/settoriale pubblicato da Atradius - con la riduzione dei redditi delle famiglie e la disoccupazione in aumento al 9,9% nel 2021 e 2022, il rimbalzo dei consumi privati rimarrà modesto attestandosi circa al 3,5% (dopo un calo dell'11% nel 2020).

Problemi per il settore bancario


Sebbene lo stato del settore bancario italiano sia migliorato dal 2017 a causa di alcune azioni del governo (per esempio la ricapitalizzazione), molte banche hanno continuato a soffrire di elevati costi operativi e bassa redditività, mentre i crediti deteriorati sono aumentati a causa della forte recessione registrata nel 2020. Le banche italiane detengono una quota relativamente elevata del debito pubblico (che rappresenta circa il 10% dei loro portafogli). Pertanto, sono piuttosto vulnerabili sia alla capacità di pagamento del governo sia all'evoluzione degli spread obbligazionari (che influiscono sul valore del debito pubblico nel loro portafoglio).

Ciò aumenta il rischio che eventuali problemi nel settore bancario e nel bilancio pubblico si rafforzino a vicenda.
Tuttavia, la resilienza del settore bancario italiano è sostenuta da una sufficiente capitalizzazione in generale (un coefficiente di adeguatezza patrimoniale di quasi il 15%). Inoltre, la BCE continua a svolgere un ruolo importante nell'aggiungere liquidità al sistema bancario. Le sue operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO) sono un esempio chiave in questo senso. Un ultimo sviluppo positivo è l'ulteriore consolidamento del settore bancario.

Ripresa sì, ma non in tutti i settori


In questo contesto, i segnali di ripresa di alcuni comparti restano ancora timidi. Andando nel dettaglio: nel settore automobilistico rimangono sotto pressione liquidità e flussi di cassa delle aziende, con ripercussioni negative sul rischio di credito commerciale. Modesta la performance attesa a causa degli impatti negativi della crisi pandemica. Nel chimico/farmaceutico, l'incremento della produzione conferma il buon andamento del comparto in cui il rischio di credito commerciale si mantiene su livelli modesti.

Migliorano sensibilmente i risultati del comparto ingegneria meccanica, la cui ripresa sembra essere trainata dalla realizzazione di progetti di respiro internazionale a cui partecipano aziende italiane del comparto. Modesta la ripresa del settore metallurgico, mentre la performance del settore delle costruzioni è ancora scarsa ed il rischio di credito alto. Fanalino di coda il settore dei servizi, il più colpito dalle misure di contenimento del virus varate a seguito della pandemia. Una debole ripresa è prevista per il 2021, mentre si potrà parlare di un ritorno al pieno regime solo a fine 2022.

Il report economico/settoriale dedicato all'Italia da Atradius è scaricabile gratuitamente: https://atradius.it/pubblicazioni/country-report-western-europe-italy-june-2021.html


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