PMI: finanziamenti per la formazione come occasione per la ripartenza
Paolo Stern (Nexumstp): c'è la possibilità di attivare contemporaneamente fondi interprofessionali e fondo nuove competenze, ottenendo il massimo sia per operai o impiegati sia per dirigenti e, soprattutto, una formazione completamente gratuita per l'azienda
L'attuale contesto di mercato e di Industria 4.0 sta avendo un impatto diretto sulle competenze richieste dal mercato del lavoro.
Questo processo ha registrato una ulteriore accelerazione in seguito alla pandemia, con una spinta ancora più forte alla digitalizzazione già in atto.
Una ricerca del World Economic Forum (WEF) di ottobre 2020 dice che l'80% delle organizzazioni aziendali ha gestito l'automazione delle attività e la formazione a distanza, ma solo il 40% ha implementato programmi di up-skilling e re-skilling. "In questo scenario dobbiamo tener presente che le persone si trovano al centro della trasformazione digitale, di conseguenza vanno supportate con attività di formazione continua di fronte all'emergere di nuovi lavori e ruoli", afferma Paolo Stern, presidente di Nexumstp.

La necessità di sviluppare nuove competenze è trasversale a tutte le fasce di popolazione in età di lavoro attiva e riguarda sia le hard skills (competenze tecnico-professionali e competenze trasversali digitali), sia le soft skills, le competenze relative al saper essere che contano in modo prevalente (85%) rispetto alle hard skills (15%).
La formazione diventa, quindi, una leva strategica per lo sviluppo delle competenze, in ottica di lifelong learning, aspetto fondamentale per sopravvivere ed essere competitivi all'interno di un mercato del lavoro in continua trasformazione.
Per investire in questo percorso, le aziende oggi hanno a disposizione tre tipologie di strumenti di formazione finanziata di cui spesso non conoscono meccanismi e vantaggi: i fondi interprofessionali, il nuovo bonus formazione nel piano transizione 4.0 e il fondo nuove competenze.