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21/07/2021

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Stefano Piscitelli (Younited Credit): la nostra tecnologia rivoluziona il credito al consumo

Una piattaforma che mette in comunicazione chi richiede un finanziamento con potenziali investitori, che scelgono investimenti alternativi a quelli tradizionali. Con anche una soluzione per reseller e eMerchant

Una Fintech con licenza bancaria che eroga credito personale e al tempo stesso rappresenta un polo di investimento di sicura attrattiva. Il tutto all'insegna della trasparenza e della tecnologia più avanzata, che apre a nuovi segmenti di potenziali clienti l'accesso al credito. Ne abbiamo parlato con Stefano Piscitelli, Managing Director per l'Italia di Younited Credit.



Che cosa è Younited Credit?


E' una Digital Lending Platform, cioè una piattaforma di credito. Abbiamo due tipologie di clientela: da una parte i "borrower", cioè coloro che hanno necessità di finanziarsi con il classico prestito personale (magari per ristrutturare casa o bisogno di liquidità per una spesa improvvisa), oppure con la rateizzazione dei pagamenti dei beni di consumo, attraverso la nostra recente soluzione Younited Pay, il servizio di pagamento rateale dedicato ai rivenditori e agli eMerchant europei.
La seconda value proposition si rivolge agli investitori, per lo più istituzionali, che ricercano un investimento alternativo.

Quindi, anziché investire su azioni o ETF, decidono di investire sui fondi Yuonited, che hanno come collaterale proprio i prestiti che eroghiamo.
Il credito al consumo, se fatto bene, è qualcosa di abbastanza stabile, non soggetto a grosse oscillazioni. E' un investimento ideale per realtà che ricercano una rendita costante rispetto, giusto per fare un esempio di attualità, al Bitcoin o le criptovalute.

Come funziona la piattaforma?


Mette in comunicazione potenziali investitori e potenziali borrower richiedenti il prestito. E' questo il motivo per cui è nata Younited. Nell'anno della crisi del 2007 i nostri founder si sono resi conto che il mercato finanziario aveva necessità diverse, soprattutto per quel che riguardava il credito al consumo, che mancava di trasparenza verso il cliente finale.
Tutti noi abbiamo richiesto un mutuo, un prestito o un finanziamento. Quello che accade è che al di là delle condizioni più evidenti, nel corso del prestito si scopre che ce ne sono altre, come balzelli in ogni angolo del contratto.
Younited invece ha sempre adottato un'ottica di trasparenza e infatti abbiamo solamente due costi per il cliente: il TAN o tasso di interesse, e le spese istruttorie.

Tutto ciò che è ancillare rispetto ai due costi viene coperto da Younited. Ovviamente al netto dei costi di insolvenza e di default. Quando un cliente riceve un contratto Younited sa di andare incontro solamente a due costi.
Quindi, la necessità di metodi di investimento alternativi e la necessità di trasparenza, hanno fatto nascere a Parigi Trade Union, che nel 2015 cambia nome in Younited Credit e inizia la sua espansione internazionale. L'Italia è stato il primo Paese, poi è venuta la Spagna, poi il Portogallo e, in ultimo, la Germania. Questi Paesi coprono circa il 60% del mercato continentale, che vede da parte nostra l'offerta di entrambe le soluzioni: parte prestiti personali e parte pagamenti con la nuovissima Younited Pay.

Finora avete raccolto oltre 400 milioni di dollari. L'ultimo annuncio è stato particolarmente interessante.


L'ultimo round di raccolta è stato particolarmente importante, sia per l'entità, 170 milioni di dollari, sia per la tipologia di nuovi investitori che hanno sottoscritto questo aumento.
Gli ultimi due che si sono uniti alla nostra famiglia sono Goldman Sachs e Bridgepoint, due investitori molto conosciuti nel mercato.


Siamo sicuri che oltre alle risorse porteranno un bagaglio di network ed esperienza che aiuterà la nostra compagnia a crescere ancora di più, rispetto ai tre obiettivi che ci siamo dati con questo aumento di capitale.
Il primo è continuare l'espansione del settore del prestito personale in cui c'è ancora spazio di crescita. In Italia, per esempio, se prendiamo i dati Assofin, noi dovremmo coprire circa il 10% di market share per il prestito personale erogato interamente online, che vale tra l'8% e il 10% del mercato totale dei prestiti personali. Quello che pensiamo è che la pandemia, con la digitalizzazione, abbia fatto crescere il mercato online e che questo sia destinato a crescere ancora di più. Quindi c'è un ampio territorio da esplorare proprio sulla parte in cui siamo più consolidati.
Il secondo obiettivo è quello delle soluzioni di pagamento Younited Pay, dove oggi esiste un gap di mercato. Qui pensiamo di poter crescere tantissimo. Abbiamo appena lanciato in Italia e Francia alcune partnership molto importanti, con gli Apple Premium Reseller e con Microsoft, e stanno andando molto bene.


Altre ne abbiamo in cantiere e verranno lanciate entro l'anno.
E' una soluzione che è nata da pochissimo ma vediamo che attira molte simpatia da parte di possibili partner.
Il terzo asse, che si lega ai primi due, è il rafforzamento della nostra squadra. Prevediamo circa 200 ingressi a livello europeo nei prossimi due anni, di cui 50 solo in Italia. Noi siamo una società di prodotto e servizi, e la nostra crescita dipende da quanto siamo bravi ad attrarre talenti.

Cosa vi differenzia da altre Fintech?


Younited ha fatto una scelta di campo diversi anni fa: avere la licenza bancaria. Quindi, siamo un Fintech, operiamo come una Fintech, però siamo una banca tecnicamente e formalmente. Agiamo all'interno di un perimetro definito dal regolatore, la Banca d'Italia per il nostro Paese. Questa scelta ci permette di avere una posizione diversa rispetto ad altre Fintech, poiché il perimetro di azione regolamentato offre più garanzie al consumatore finale rispetto ad altre realtà.
Poi, rispetto ai player tradizionali, Younited è una società nativa digitale, per cui quello che per molti oggi rappresenta un'innovazione per noi è quasi una commodity.


Per esempio, la firma digitale noi l'abbiamo adottata 4-5 anni fa. Anche tutto il filone dell'open banking e della PSD2 noi lo sfruttiamo già da qualche anno. Abbiamo algoritmi di Machine Learning, e quindi di Intelligenza Artificiale, che estrapolano milioni di dati e riescono a creare il profilo creditizio del cliente. Questo ci consente di utilizzare degli score alternativi rispetto alle modalità tradizionali che sono presenti in Italia, e quindi di avere una valutazione diversa del cliente. Su tematiche come Big data e PSD2 noi ci siamo fin dal principio.

La tecnologia come abilitatore di business ma anche come salvaguardia dell'investitore.


Certo. La cosa bella della tecnologia è che permette di esplorare e andare a lavorare su dei segmenti che i metodi tradizionali non riescono a valutare. Pensiamo alla PSD2 che aprirà a segmenti di popolazione che altrimenti non avrebbero accesso al credito, per mancanza di storia creditizia o altri motivi. Questo è quello che vedono i nostri azionisti ed è quello che noi abbiamo sempre visto: la possibilità di utilizzare la tecnologia non solo per andare su segmenti nuovi, ma anche utilizzare logiche alternative se quelli esistenti per accrescere il valore.


Ciò significa anche avere una valutazione più rapida e, paradossalmente, anche più economica poiché consente di saltare diversi step, eliminando tutta la burocrazia dei documenti aggiuntivi che oggi le banche chiedono per avere un finanziamento. Significa avere un percorso più agile anche per il cliente.

Come vi vedete nel futuro?


Abbiamo una tecnologia molto importante e ne siamo coscienti. Abbiamo un modello finanziario di piattaforma che va a disintermediare la banca tradizionale, utilizzando investitori istituzionali e scalando il concetto di peer-to-peer. Oggi il peer-to-peer non riesce ad avere dei volumi rispetto a quelli per esempio che fa Younited: lo scorso anno abbiamo erogato sui cinque Paesi circa 700 milioni in prestiti personali. Il nostro modello di business (con la nostra proposta finanziaria) e la nostra tecnologia possono paradossalmente consentirci di non scegliere di essere l'una o l'altra tra le nostre offerte, ma vederci come campioni in entrambi i segmenti.



Per concludere: che posizioni cercate per l'Italia?


Le posizioni sono soprattutto in ambito digitale.


Per esempio, specialisti di prodotto, specialisti di tecniche delle acquisizioni online, esperti in SEM, Data Science ecc. Siamo anche alla ricerca di account commerciali sia interni (forza vendita interna a Younited) sia esterni (coloro che seguono i partner per gli accordi. Queste sono principalmente le aree dove andremo ad intervenire pesantemente nei prossimi due anni.


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