La fine dei sussidi e l'era delle imprese resilienti
Fabio Bolognini (Workinvoice): le organizzazioni devono attrezzarsi per il Next Normal. E devono farlo con azioni tattiche e pensando strategicamente, perché le banche torneranno ad esser severe
Rimane poco tempo per tornare a nuotare senza giubbotto salvagente.
L'effetto dei sussidi alle imprese - moratorie, prestiti garantiti dallo Stato, blocco dei licenziamenti - concessi ex lege è in sostanza questo.
Ma ora siamo giunti al capolinea.
Ci sono diversi indizi a indicare che sia così.
Da un lato proprio il fatto che l'ultima proroga, che estende la garanzia sui prestiti dal 30 giugno 2021 a fine anno, sia ancora sul tavolo della Commissione Ue, che dovrà esprimersi sulle richieste del Governo (sollecitate da Confindustria e Abi) di allungare la garanzia sui prestiti sopra i 30mila euro da 6 a 10 anni.

L'Europa sembra ancora dubbiosa e quasi sicuramente chiederà riduzioni nelle percentuali di garanzia.
Insomma il perdurare delle forme di sussidio alle imprese è meno scontato di quanto sia apparso inizialmente sulla stampa.
E questo, insieme a elementi nuovi introdotti nel dibattito e nel testo del decreto, ci convince che si stia entrando in una fase di graduale disintossicazione dai sussidi.
Dunque, è il momento, per le imprese, quale che sia la loro dimensione o il settore merceologico, di smettere di contare su queste stampelle pubbliche e strutturarsi per il next normal del post Covid.
"Spegnere il lume è un mezzo opportunissimo per non veder la cosa che non piace, ma non per veder quella che si desidera".
La frase, frutto della penna di Alessandro Manzoni, è stata ripresa nella relazione del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco per ricordare che bisogna essere preparati ai cambiamenti di cui abbiamo contezza e abbastanza flessibili per rispondere agli eventi e agli sviluppi inattesi.
Perché i sussidi sono al capolinea
Visco nelle sue Considerazioni Finali del 31 maggio scorso, ha richiamato il sistema delle imprese e quello finanziario, affermando che il PNRR in partenza, "deve essere parte di uno sforzo collettivo, volto a superare le nostre debolezze strutturali, la specificità di una anemia della crescita economica che dura da oltre due decenni? Si tratta di una formidabile sfida? non è pensabile un futuro costruito sulla base di sussidi e incentivi pubblici".
Allora, senza dubbio, già dagli ultimi mesi del 2021 le imprese dovranno attrezzarsi per affrontare la realtà: ovvero un mondo in cui si potrà licenziare per ristrutturare, i prestiti bancari saranno concessi senza il paracadute dello Stato e le rate di rimborso dei debiti assorbiranno cassa dopo la fine delle moratorie.
E in cui la riduzione di un pesantissimo fardello di debito pubblico peserà sull'economia e sulle imprese.
Il credito è tornato a fluire all'economia reale?
Le imprese devono dunque guardare oltre e per farlo devono possedere gli strumenti che saranno indispensabili per operare nei mercati post-pandemia, nell'epoca del next normal.
La cautela espressa dal governatore Visco sullo stato di salute delle banche e la ripresa delle sofferenze induce molte imprese ad andare alla ricerca di credito alternativo a quello bancario.