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07/07/2021

digital

Sulla banda larga di nuova generazione si gioca il futuro dell'Italia

Paolo Campoli (Cisco): dobbiamo affrontare oggi il digital divide per uscire più forti dalla pandemia. E' necessario mantenere la rete aperta, perchè non diventi monopolio di pochi attori, e accessibile ovunque

Il passo della trasformazione digitale si fa sempre più veloce: la ricerca Cisco Broadband Index, lanciata oggi, dimostra che avere un'infrastruttura in banda larga di alto livello gioca un ruolo significativo per creare società ed economie più agili, inclusive e vibranti di opportunità.
Il 78% del campione interpellato (81% per gli italiani) - composto da persone in età lavorativa, dai 18 anni in su - crede che oggi la connettività in banda larga sia una necessità; l'86% degli italiani - l'81% a livello complessivo - chiede al governo del proprio Paese di chiudere il digital divide e di accelerare prima possibile i progetti per offrire a tutti un accesso a internet affidabile e ad alta velocità.
Cisco Broadband Index è una ricerca che è stata commissionata coinvolgendo oltre 13.500 rispondenti in Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Polonia e Russia. Per l'Italia il campione è di 2.001 persone. Sono state fatte domande rispetto allo stato e alle abitudini di uso delle connessioni in banda larga domestiche, ai cambiamenti che si prevedono per il prossimo futuro e a nuove aspettative che stanno emergendo.

I risultati dimostrano che in un momento in cui si stanno adottando nuovi stili di vita e lavoro il fatto che tutti possano connettersi in modo rapido e affidabile è critico per fare in modo che il rilancio sia veramente inclusivo.
Più di tre quarti del campione (79% per gli italiani, il 76% complessivamente) ritiene che la connettività per tutti sia vitale per la crescita economica e oltre la metà (il 53% degli italiani e il 54% dell'intero campione) ritiene che gli investimenti in infrastrutture broadband siano importanti quanto gli investimenti in altri servizi pubblici.
La connettività digitale, è stata descritta come "precondizione" per realizzare l'agenda digitale dell'Unione Europea e nei vari paesi i lavori al riguardo sono già ampiamente in corso.
Nonostante ciò, il digital divide si perpetua. In Italia e negli altri paesi coinvolti dalla ricerca, quasi la metà di coloro (46%, il 44% in Italia) che hanno sperimentato difficoltà di connessione durante la pandemia ha dichiarato di non aver potuto accedere a servizi critici come servizi sanitari online e educazione.
Secondo Paolo Campoli, VP, Head of Global Service Provider di Cisco, "le istituzioni riconoscono che la domanda per Ultra Broadband accessibile, sicuro ed e affidabile è cresciuta esponenzialmente, e stanno agendo di conseguenza.

Questo include l'adozione di strategie europee e nazionali per portare la connessione fiber-to-the-home e 5G a tutte le famiglie ed alle imprese, con modelli di investimento e tecnologie che aiutino a superare le barriere economiche e geografiche, creando la rete Internet per il futuro: sicura, moderna e sostenibile. Cambiare l'economia di internet è un imperativo se vogliamo creare un futuro inclusivo. Questo, così come una collaborazione ancora più stretta tra governi e service provider, è vitale se vogliamo emergere, più moderni ed infrastrutturati, dalla pandemia e da tempi che non hanno precedenti nella storia".

Le abitudini di uso cambiano, così come i metodi preferiti per connettersi


Il traffico internet ha avuto dei picchi di crescita tra il 25 e il 45% in molte aree del mondo durante la pandemia ed è rimasto a questi livelli, ma si tratta solo di un'anticipazione rispetto a quello che vedremo in futuro.
Sempre più persone stanno scegliendo la flessibilità e la libertà nel decidere come, dove e quando lavorare, e in questo contesto il 47% degli italiani interpellati - quasi la metà, una percentuale elevata se pur inferiore di alcuni punti al 55% della media complessiva - ha dichiarato di attendersi che il proprio uso di internet da casa rimanga stabile o aumenti nei prossimi 12 mesi.


Il 26% degli italiani coinvolti nello studio - e il 21% del campione generale - si aspetta di usare la rete di meno di adesso, ma senza tornare ai livelli pre-pandemia.
Riguardo ai metodi di connessione preferiti per il futuro, la fibra ottica in banda ultralarga ha ottenuto il primo posto (quasi la metà del campione italiano). Al secondo posto (33,6% dei rispondenti italiani) è emersa una richiesta diversa: a prescindere dalla tecnologia, si vorrebbe avere accesso a internet sotto forma di servizio pubblico, fornito ovunque e in tutte le case come acqua o elettricità, dando ad ogni nucleo familiare la possibilità di accedervi proteggendosi con una propria password. Al terzo posto il 5G come forma di connessione esclusiva (per il 19,6% del campione). Il 47% del campione complessivo afferma che sarebbe disposto a pagare di più per una connessione più sicura.
E' chiaro che se da un lato una digitalizzazione così rapida creerà incredibili possibilità per tutti, sarà necessario trasformare le reti per poterle scalare davvero e per rispondere alle richieste crescenti dell'economia e della società.
Conclude Campoli: "la rete è il sistema nervoso che permette a tutto e tutti di connettersi.


E' necessario mantenerla aperta, perchè non diventi monopolio di pochi attori, accessibile ovunque perchè il digital divide non sia una zavorra alla crescita del Paese, sicura perchè possa davvero accelerare la digitalizzazione di pubblico e privato. Questo significa trasformare la nostra infrastruttura di rete: reinventarla dalle fondamenta per creare un internet più semplice, sicuro, veloce e affidabile che chiuda una volta per tutte il digital divide. Se saremo disposti a creare un nuovo modo di costruirla, potremo creare un futuro inclusivo per tutti".


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