Siamo destinati al never ending learning
L'originalità del libro risiede nel fatto di considerare l'impresa come un tessuto assorbente, ove chiunque al tempo stesso offre e riceve qualcosa, in un cambiamento continuo di paradigmi
Restiamo nel complesso mondo dell'HR, e delle grandi sfide che le imprese, e gli uomini che vi operano, hanno innanzi a sé.
Il mondo cambia velocemente e con esso competenze, conoscenze, modalità di concepire il sé entro l'impresa e il mondo del lavoro.
Le imprese saranno sempre più delle "learning entity", dove pensiero ed azione sono strettamente connessi.
Di tutto questo parla l'interessante scritto di Alessandro Donadio dal titolo "#Learning organization.
L'apprendimento diffuso come leva di antifragilità", edito da FrancoAngeli.
L'originalità del testo risiede nel fatto di considerare l'impresa come un tessuto assorbente, ove chiunque al tempo stesso offre e riceve qualcosa.

Stiamo parlando di competenze, di visione e di apprendimento, tutte qualità necessarie per muoversi in un mondo complesso.
È evidente che in questo scenario i leader debbono possedere capacità tanto gestionali quanto di apprendimento, devono porsi in discussione per primi.
Il covid, lo sappiamo, tra le molte cose che ha prodotto in così poco tempo, vi è il rimescolamento dei tempi e delle priorità della persona e dell'azienda.
Si è dovuto ridisegnare il paradigma di funzionamento dell'azienda, e con esso la dinamica della relazione "one to many" e viceversa.
Ma anche la visione e l'obiettivo di lungo termine dell'impresa deve fare i conti con necessità e problemi che di colpo si sono amplificati e massificati.
Come sostiene correttamente Marco Alverà, CEO di Snam nella prefazione al libro: "per un'organizzazione è essenziale avere uno scopo, un ?purpose', che è la destinazione finale di un viaggio che richiede passione, visione, capacità organizzativa, esperienze e competenze.
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