Rinnovabili: un elemento chiave nella transizione energetica
Secondo il rapporto realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, l'Italia ha già raggiunto buoni risultati ma gli obiettivi al 2030 implicano che la capacità totale di produzione venga quasi triplicata in meno di 10 anni
Sono buone indicazioni quelle che emergono dal Rapporto sulla filiera delle tecnologie delle energie rinnovabili in Italia, realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
Nel contesto della transizione energetica e dell'aumento della domanda di impianti e tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili, il Rapporto ha analizzato la filiera delle imprese italiane che producono componentistica per la produzione di energia da fonte rinnovabile.

Vediamo quali sono i principali risultati.
L'energia da fonti rinnovabili (FER) rappresenta un elemento chiave del processo di transizione energetica.
L'Italia ha già raggiunto buoni risultati negli ultimi anni ma gli obiettivi al 2030 implicano che la capacità totale di produzione di energia rinnovabile venga quasi triplicata in meno di 10 anni, portando ad un conseguente significativo aumento della domanda di tecnologie FER nel nostro Paese.
Appare, pertanto, cruciale in questa fase cercare di capire quanto il tessuto produttivo italiano possa cogliere le opportunità create dalla transizione energetica, in Italia così come a livello internazionale.
A fronte della loro importanza, tuttavia, non esiste una classificazione statistica precisa della componentistica per gli impianti FER.
Lo Studio di Intesa Sanpaolo intende colmare, almeno in parte, questa lacuna, utilizzando diverse fonti di dati e metodologie per cercare di quantificare la produzione di queste tecnologie e valutare il posizionamento dell'Italia.

Il commercio delle tecnologie FER rappresenta circa l'1,4% del commercio globale al 2019 (in dollari a prezzi correnti).
La Cina è il primo esportatore, con più di un quarto dell'export mondiale al 2019.
Seguono, a grande distanza, Germania (11%) e Stati Uniti (7%).
I Paesi dell'Asia orientale hanno indici di specializzazione elevati nelle componenti del fotovoltaico (dispositivi fotosensibili) mentre quelli europei sono più forti nell'eolico e nell'idroelettrico (moltiplicatori di velocità e generatori eolici).
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