In Italia quasi una PMI su due non ha un sito web
Gianluca Stamerra (GoDaddy): oggi è difficile pensare a un business che non sia toccato dal digitale e che non possa sfruttare le sue potenzialità. Eppure c'è chi è ancora frenato dai costi, che sono bassissimi
La pandemia ha definitivamente lanciato l'eCommerce B2B e B2C, ma nel nostro Paese molte realtà imprenditoriali non se ne sono ancora rese conto.
Infatti, secondo una recente indagine dell'Osservatorio piccole imprese GoDaddy, una PMI su due in Italia non possiede un sito internet.
Tra queste aziende il 15% dichiara di non utilizzare un sito web per la mancanza di risorse finanziarie, mentre il 25% perché non lo ritiene necessario.
Nell'ultimo anno si è assistito tuttavia a una profonda accelerazione nell'utilizzo degli strumenti digitali da parte di diversi settori merceologici, necessario per andare incontro alle esigenze dei propri clienti, soprattutto durante le restrizioni dovute al COVID-19.

Permangono tuttavia ancora delle resistenze dovute principalmente a una scarsa consapevolezza da parte delle imprese, soprattutto dei costi di questi servizi.
Per aiutare i piccoli imprenditori ad avere maggior contezza, non solo sulle potenzialità di questi strumenti, ma anche sui costi, GoDaddy, azienda con oltre 20 milioni di clienti in tutto il mondo, ha stilato una breve guida che raccoglie quali sono i fattori che influiscono sul costo di un sito internet.
1.
Valutare la tipologia di sito - prima di avviare la realizzazione di un sito è importante capire qual è la sua finalità e di quali funzioni necessita (e-commerce, prenotazioni).
Se il sito è pensato per una piccola attività o si tratta di un sito personale basteranno pochi contenuti che descrivano i servizi offerti.
L'inserimento e l'integrazione di nuove funzioni potrà arrivare in un secondo momento.