Ecco come le PMI possono ripartire
Antonio Lafiosca (BorsadelCredito.it): per ripristinare la fiducia degli imprenditori che devono investire e far fluire liquidità al sistema attraverso una massiccia defiscalizzazione dell'economia reale
È tempo di ricostruzione post bellica.
Che passi per la massiccia defiscalizzazione dell'economia reale da un lato ma anche degli investimenti, tutti, nell'economia reale.
È una via quasi obbligata per consentire alle PMI di investire e ristrutturarsi in vista della ripresa, che potrebbe anche essere, finalmente, alle porte.
Abbiamo ancora sei mesi prima che lo stop alle moratorie (prorogate fino a fine 2021 dal Decreto legge Sostegni Bis) si interrompa soffiando in faccia alle imprese la polvere che finora è stata nascosta sotto il tappetto.
Nel frattempo saranno messe a terra le risorse del PNRR, con i primi progetti che saranno avviati a ridosso o dopo l'estate.

Allo stesso tempo sono stati pubblicati tutti o quasi i bilanci 2020.
Le aziende si sono presentate alla prova dei conti - loro malgrado - con il fiato corto.
Perché è vero che, secondo Cerved, la maggior parte di esse chiuderà il 2020 in pareggio o con un utile d'esercizio e con indici di redditività, pur crollati rispetto al 2019, in media ancora positivi.
Ma è altrettanto vero che il sistema è stato supportato dall'estensione della Cassa Integrazione e dagli interventi sulle garanzie pubbliche per iniettare liquidità.
E che il livello di resilienza acquisito dalle PMI fino al 2019 è ciò che permette agli indici di solidità finanziaria e patrimoniale di essere ancora sostenibili seppur in deterioramento.
Attenzione al rapporto tra debiti finanziari e MOL
Il leverage, precisa Cerved, crescerà dal 61% al 68%, mentre il rapporto tra oneri finanziari e MOL (Margine Operativo Lordo) aumenterà dal 12,8% al 15,5%: si tratta di livelli ancora sotto quelli del 2007.