eCommerce: le criticità del suo sviluppo in Italia sono dal lato dell'offerta
Lo rivela una survey condotta da Cristina Andreetta, consulente di trasformazione digitale sostenibile. Più di 7 su 10 tra le aziende italiane non hanno una strategia chiara per le vendite online
Se parliamo di eCommerce, l'Italia non eccelle in Europa in termini di vendite, e a dominare la scena sono Paesi come la Germania e la Gran Bretagna.
In passato abbiamo attribuito questo ritardo del Bel Paese alla lenta penetrazione di Internet e in parte alle peculiarità culturali degli utenti ("Gli Italiani vogliono provare le scarpe prima di comperarle perché sono acquirenti molto esigenti" si diceva, oppure "Gli Italiani vogliono vedere la verdura prima di acquistarla perché vogliono mangiare bene e chiedono di sceglierla").

Gli eventi del 2020 - così come la Survey condotta da Cristina Andreetta, consulente di trasformazione digitale sostenibile - hanno dimostrato che il problema non sta sul lato della domanda, ma bensì sul lato dell'offerta che è sempre stata - volutamente - molto scarsa (dare la possibilità di reso gratuito nel caso di merce acquistata online è sicuramente un'iniziativa costosa e complicata da gestire per un'azienda).
La pandemia ha fatto scoprire a molti italiani la possibilità e la comodità di acquistare online (la diffusione dell'online tra la popolazione italiana nel mese di dicembre 2020 è stato il 74,7% secondo Casaleggio Associati)
Per quanto riguarda le aziende, la pandemia dovrebbe aver insegnato loro che il commercio online non è un canale di vendita solo per alcuni settori o per alcuni Paesi o per alcuni prodotti.
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