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02/06/2021

economia

High Yield: come ridurre i rischi con i titoli ESG

Susanne Kundert (Swisscanto Invest): una strategia ESG standardizzata non può essere facilmente applicata al segmento alto rendimento. È infatti necessaria una combinazione di approcci diversi, integrata da un engagement attivo

Nello scenario attuale, in cui più dell'80% delle obbligazioni europee investment grade ha rendimento negativo, gli investitori in reddito fisso devono ripensare al proprio portafoglio. Quando si guarda al segmento high yield, con la sua componente di società nel settore energetico e petrolifero, alcuni investitori sono preoccupati per gli impatti climatici e per il tema della sostenibilità.
Grazie all'adozione di specifici criteri ESG, è invece proprio in quest'area che si può ottenere un doppio effetto in termini di riduzione del rischio e sostenibilità, con interessanti premi per il rischio di credito.
Di seguito, alcuni esempi di implementazione dei fattori ESG nei nostri portafogli high yield e sulla valutazione dell'attuale contesto di mercato.
Una strategia ESG standardizzata non può essere facilmente applicata al segmento high yield.
È infatti necessaria una combinazione di approcci diversi, integrata da un engagement attivo. I nostri portafogli sull'high yield hanno un approccio sostenibile attraverso cui ci impegniamo anche a raggiungere gli obiettivi climatici dell'Accordo di Parigi.


Abbiamo infatti un obiettivo vincolante di riduzione della CO2 di almeno il 4% all'anno e, per raggiungerlo, effettuiamo un'analisi e una selezione dedicata degli emittenti, soprattutto nei settori a maggiore intensità di CO2 come materie prime, utility ed energia. Questo ci permette di proteggere i nostri investitori dai rischi climatici e avere già un'intensità di CO2 inferiore del 20% rispetto al benchmark (a partire da ottobre 2020).
Riteniamo che le utility con un'elevata esposizione alle centrali elettriche a carbone e ai combustibili fossili, come la holding statunitense Vistra Energy, siano poco sostenibili ed esposte a elevati rischi normativi. Questo implica probabilità di default potenzialmente più elevate, poiché il rifinanziamento del loro debito incontrerà finanziatori sempre più scettici, come ad esempio le banche che integrano lo screening ESG nelle proprie politiche sui prestiti.
Guardando alle utility, nei nostri portafogli preferiamo obbligazioni ibride emesse da società europee con un'elevata quota di energia rinnovabile, come la portoghese Energias de Portugal (EDP).

In quanto gestori attivi, nell'energia siamo estremamente selettivi e preferiamo le compagnie petrolifere europee, come la norvegese Aker BP, rispetto ai produttori statunitensi di shale oil, grazie ai costi di break-even inferiori e alla minore intensità di CO2.
Una valutazione attenta e rigorosa dei criteri e dei rischi ESG nell'analisi fondamentale contribuisce a un'analisi del credito più completa e a decisioni di investimento più informate. Questo contribuisce anche a una migliore protezione contro i default, indispensabile per il successo nel segmento high yield.
Nonostante la pandemia in corso e la grave recessione economica, riteniamo che le prospettive per le obbligazioni high yield siano intatte.
La ripresa dei fondamentali e l'attuale politica di bassi tassi d'interesse creano un ambiente favorevole per questo segmento. Una ripresa della crescita degli utili avrà un impatto positivo sulla leva finanziaria.
Grazie alle misure di sostegno senza precedenti della Fed sul mercato americano high yield, le società sensibili al COVID-19 hanno potuto beneficiare di molta liquidità sul mercato dei capitali.


Ci aspettiamo quindi che i default diminuiranno in modo significativo nel 2021 dai massimi del 2020.
Vediamo opportunità nelle obbligazioni high yield globali con una preferenza tattica per gli emittenti europei. Questo perché il mercato europeo high yield è strutturalmente meno esposto alle società energetiche ad elevata intensità di C02. Inoltre, le misure di sostegno pubblico sempre più ampie, come il lavoro flessibile, incentivano una ripresa economica che potrebbe trovare dalla campagna di vaccinazione sempre più diffusa, anche se non ancora in pieno regime, un ulteriore impulso positivo.

Susanne Kundert, Head Fixed Income Team Credit Specialities, Swisscanto Invest


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