Il proptech in Italia cambia marcia con il crowdfunding
Monica Regazzi (Homepal): investire per crescere significa avere consapevolezza del valore dell'azienda e della sua community
Il settore delle property è sempre stato interessante, il Real Estate è uno di quegli ambiti in cui la finanza e l'economia si sono sempre confrontate, ma è anche un settore particolarmente poco digitalizzato da sempre.
O meglio, la digitalizzazione è arrivata, un po' meno una delle conseguenze naturali che è la disintermediazione, anzi, nelle grandi città le vetrine dedicate alla compravendita di immobili stanno aumentando.
In questo ambito, c'è da sottolineare la presenza di un player italiano che promette di mettere in contatto compratori e venditori senza passare attraverso le agenzie.

Si tratta di una vera e propria pioniera dei quel segmento che è stato definito "proptech" (ovvero property + technology) nel nostro Paese.
"Homepal è la prima agenzia immobiliare digitale in Italia", ha commentato Monicaa Regazzi, CEO di Homepal.
"Fin dalla fondazione della società, nel 2014, il nostro obiettivo era trasferire il vantaggio della tecnologia al cliente, offrendo l'opportunità ai privati di gestire in totale sicurezza e con grande risparmio la vendita, l'acquisto e l'affitto di immobili residenziali.
Attraverso il portale Homepal.it consentiamo infatti l'incontro diretto di domanda e offerta, offrendo servizi innovativi con cui i clienti possono gestire con consapevolezza e concretezza la ricerca di casa, arrivando a risparmiare fino al 75% rispetto alle agenzie tradizionali.
Vogliamo digitalizzare l'intero processo di compravendita immobiliare e oggi siamo la prima agenzia digitale in Italia anche in termini di numeri, con 350mila utenti registrati attivi e 140mila inserzioni online. Il successo che stiamo riscontrando dimostra che i clienti italiani sono ormai pronti al digitale, perfino in un settore tradizionale come quello immobiliare".
Il crowdfunding per crescere
Homepal era in un percorso di crescita, ma è chiaro che per scalare, termine noto alle startup per significare una crescita importante, era necessario comunicare maggiormente ai clienti quali sono le opportunità.
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