Perchè il reskilling è necessario per gli over 40 (e non solo)
Almeno 5 professionisti o manager su 10 saranno chiamati ad adeguare le loro skills a un contesto lavorativo sempre più globalizzato, dinamico e incerto. La formazione e l'aggiornamento continui sono la risposta
Si parla tanto di Digital Transformation e di Industria 4.0.
Ma si parla meno di chi tra i lavoratori (dal manager all'operaio) queste evoluzioni le subisce.
Tra circa 20 anni, almeno la metà dei lavori oggi esistenti saranno automatizzati (totalmente o in parte) e milioni di lavoratori (secondo alcune stime 375 milioni di professionisti) saranno costretti a cambiare lavoro a causa dell'impatto che digitalizzazione, automazioni ed intelligenza artificiale avranno.

Secondo un recente studio del World Economic Forum, inoltre, questo tema sarà sempre più centrale nei prossimi anni, anche dal punto di vista economico: solo negli Stati Uniti, per esempio, la necessità di riqualificazione dei profili senior costerà oltre 34 miliardi di dollari.
Una cifra spaventosa.
In Italia, probabilmente, il quadro è anche peggiore.
Il nostro Paese, infatti, può contare tra le forze lavoro più anziane a livello mondiale, dopo Germania e Giappone.
Secondo l'Istat oggi l'età media dei lavoratori del nostro Paese è di 44 anni ed aumenta di circa 6 mesi ogni anno.
Non solo.
Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale già nel 2022 un quinto degli occupati avrà un'età compresa tra i 55 e i 64 anni e, solo 3 anni dopo (e quindi nel 2025), saranno addirittura uno su quattro.
"Se analizziamo i dati - precisa Francesca Contardi, managing director di EasyHunters, prima società di ricerca e selezione con un Digital Operating Process - ci rendiamo immediatamente conto di quanto la situazione sia seria: molti di coloro che oggi popolano le nostre aziende, hanno iniziato a lavorare quando internet quasi non esisteva e quando l'intelligenza artificiale era presente solo nei libri e nei film di fantascienza.