Si distinguono i gruppi del WebSoft che continuano a crescere (+19,5%), seguiti a distanza dalla GDO (+8,5%), dall'Alimentare (+7,9%), dall'Elettronica (+5,4%) e dalle case farmaceutiche (+3,0%).
Le Telecomunicazioni e l'industria dei Pagamenti Digitali mostrano una certa resilienza, con ricavi tendenzialmente stabili (rispettivamente -0,6% e -0,7%), mentre sono in sofferenza i colossi dell'Oil&Gas (-32,9%), i produttori di aeromobili (-26,8%), i gruppi della Moda (-17,3%) e dell'Automotive (-12,1%).
A livello geografico, pressoché invariati i ricavi delle multinazionali dell'area Asia Pacifico e di quelle localizzate nelle Americhe; avanzano le cinesi (+11,2%), mentre le europee subiscono il più duro contraccolpo (-14,5%), con le italiane maggiormente in difficoltà (-29,0%) per l'assenza di grandi operatori nella new economy e nell'high tech.
WebSoft, elettronico, alimentare e GDO incrementano il fatturato in ciascun trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019; le Telecomunicazioni e l'Automotive tornano a crescere nel quarto trimestre dopo tre periodi in calo.
In contrazione in tutti i trimestri del 2020 le multinazionali delle Bevande e della Moda, i produttori di aeromobili e i colossi dell'Oil&Gas.
Mediamente in calo anche il risultato operativo (MON), che flette del 14,9% sul 2019, per le forti difficoltà dei produttori di aeromobili (ebit negativo), Oil&Gas (-84,6%), Moda (-47,9%) e Automotive (-41,5%).
A doppia cifra l'incremento della redditività per WebSoft (+24,7%), GDO (+18,4%) ed Elettronica (+16,9%).
Anche l'ebit margin medio delle multinazionali è in contrazione al 14,7% rispetto al 17,4% del 2019 (-2,7 p.p.).
La redditività premia il settore dei Pagamenti Elettronici con l'ebit margin più elevato nel 2020 (28,7%; -5,7 p.p.
sul 2019), seguito da quello delle Bevande (27,8%; -3,4 p.p.).
Riduzione consistente per l'Oil&Gas (-12,8 p.p., ebit margin al 4%) e per i produttori di aeromobili (-14,0 p.p., ebit margin negativo).
In generale diminuzione anche gli investimenti (-2,0% sul 2019), con importanti flessioni per le multinazionali della Moda (-30,6%), i produttori di aeromobili (-26,4%) e i colossi dell'Oil&Gas (- 25,3%) che hanno reagito alla crisi posticipando i loro progetti per poterli riproporre in futuro in uno scenario normalizzato.
In forte progressione gli investimenti delle WebSoft (+32,3%), seguiti a distanza da quelli del settore Pagamenti Digitali (+11,9%) e delle case farmaceutiche (+10,1%).
Queste ultime evidenziano anche un incremento del +4,8% nelle spese di ricerca e sviluppo.
Aumentano anche gli investimenti dei gruppi dell'Elettronica (+6,7%), dell'Alimentare (+6,1%) e delle Telecomunicazioni (+2,3%).
Nonostante l'importante contrazione nel numero di ore lavorate nel 2020, la generale adozione di misure volte alla salvaguardia dei livelli occupazionali e la ripresa economica in Cina hanno evitato un crollo generale del numero degli occupati a livello mondiale.
La forza lavoro delle maggiori multinazionali è in leggero aumento rispetto al 2019 (+1,5%), sulla scia delle assunzioni effettuate dalle WebSoft (+29,6%) in parallelo all'espansione dei propri volumi d'affari.
Escludendo questo settore, dominato dai colossi statunitensi e cinesi, la forza lavoro complessiva diminuirebbe mediamente dell'1,3%.
I gruppi americani, trainati dalle bigh tech, aumentano i propri dipendenti del 7,1%, le multinazionali con sede in Europa chiudono al - 0,9%, i gruppi italiani al -4,0%.
Covid e capitalizzazione di borsa
Dopo le perdite del primo trimestre 2020, la capitalizzazione complessiva delle maggiori multinazionali al 26 marzo 2021 è superiore del 15,4% rispetto alle quotazioni di fine 2019.
In corsa le multinazionali dell'Elettronica (+41,9%) e le WebSoft (+37,4%).
L'annuncio nello scorso novembre del primo vaccino anti-Covid ha premiato anche i settori pro-ciclici, in particolar modo l'Automotive (+39,0%) sebbene le vendite del settore non abbiano ancora invertito la rotta.
In calo a doppia cifra le performance di Borsa per i produttori di aeromobili (-25,6%), per i colossi dell'Oil&Gas (-13,9%) e per le multinazionali delle Bevande (-10,1%).
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