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07/04/2021

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Paola Trecarichi (HiPay): antifrode fondamentale per il sistema dei pagamenti digitali 

La PSD2 ha creato qualche problema ai consumatori, ma la digitalizzazione ha consentito un cambiamento dei processi delle aziende. La manager è anche stata nominata Presidente di French Tech Milano

L'esplosione del digitale e il ricorso all'eCommerce generalizzato ha creato qualche problema e qualche opportunità alle aziende. L'apertura di nuovi siti di eCommerce all'estero per qualcuno ha rappresentato una salvezza, ma è stata necessaria un'organizzazione molto precisa e partner importanti per la gestione dei pagamenti. A tal proposito, abbiamo incontrato Paola Trecarichi, General manager di HiPay Italia per avere un quadro più completo di quanto è avvenuto e sta avvenendo sul mercato. Senza dimenticare l'impegno assunto da pochi giorni all'interno della Franch Tech italiana per supportare l'ecosistema delle startup.

eCommerce, pagamenti digitali, sistemi di frode, nuovi regolamenti: che anno è stato questo del COVID-19?

In quest'anno di pandemia il settore dei pagamenti digitali è stato particolarmente coinvolto ed è indubbio che abbia registrato una crescita. Il grande cambiamento portato dalla digitalizzazione del Paese ha coinvolto tante aziende che hanno iniziato ad approcciarsi al mondo del digital e a guardare con un occhio meno diffidente l'eCommerce.

Chi non era presente nel mondo digitale ha corso il rischio di essere completamente tagliato fuori e quindi ha cercato dei partner affidabili. Noi abbiamo supportato tantissimo i nostri merchant, non solo quelli nuovi ma anche quelli che già erano attivi con noi, perché c'è stato un incremento della quantità di volumi da gestire, più del doppio del normale e servivano risposte concrete da fornire ai consumatori finali. Come HiPay abbiamo registrato un'esplosione di lavoro sia in termini di nuove acquisizioni sia in termini di supporto a chi già era nostro merchant e abbiamo visto una spinta forte anche nel B2B.

Una digitalizzazione che ha coinvolto quindi anche le filiere.

Assolutamente. Una digitalizzazione che va anche all'interno delle imprese e dei flussi. Io abitualmente racconto il lato pagamenti, però in realtà questa parte comprende anche la digitalizzazione dell'impresa in generale, dove il pagamento è solo l'ultimo miglio di una catena di processi. La fatturazione elettronica, che ormai in Italia è obbligatoria, aveva spinto molto verso la digitalizzazione delle imprese dla punto di vista gestionale, ripensando ai processi e ai flussi finanziari che permettono una gestione più dinamica.

La voce dei pagamenti digitali ovviamente ha creato un ulteriore scatto in avanti delle imprese e automatizzando la gestione degli ordini anche chi non aveva un eCommerce. Molte imprese avevano una vetrina e hanno deciso di accettare i pagamenti anche in modalità digitale online.

Che esperienza vi siete fatti?

Siamo stati al centro dei processi di cambiamento, fornendo supporto e un aiuto concreto e abbiamo vissuto una bella esperienza. Siamo stati soprattutto contenti di poter supportare le imprese, i nostri merchant in questa fase molto delicata, da attraversare in un periodo difficile perché il business è diventato molto spesso "da remoto" e abbiamo fatto tesoro di tutte le esperienze del passato per cercare di velocizzare l'adozione della piattaforma per i clienti.

Una piattaforma di pagamento strutturata come la vostra non è "plug and play", richiede personalizzazioni.

La personalizzazione è il nostro punto di forza. HiPay è un'azienda strutturata proprio perché diamo la possibilità di pagare con tanti metodi differenti e questi sono tutti presenti nel momento uno in cui si "accende" la macchina.


Ma non è immediato il processo: servono competenze, un processo anche banalmente burocratico da seguire, un onboarding tecnologico da realizzare e quindi il merchant deve avere al proprio interno una serie di competenze. La nostra non è una piattaforma che può servire chi vuole lanciare un eCommerce in due minuti, è pensata per progetti ambiziosi, supportiamo i brand che hanno già una struttura alle spalle e vogliono operare su più mercati e su più valute. Il nostro vantaggio è poter sfruttare la piattaforma su ampia scala e in quest'anno abbiamo ulteriormente ampliato le valute.

Ma il pagamento è un processo che richiede anche una verifica.

Questo è un argomento che mi sta particolarmente a cuore perché da sempre HiPay dispone di una soluzione molto apprezzata per i sistemi di antifrode. In una fase in cui l'eCommerce esplodeva, questo è stato un elemento vincente perché le aziende dovevano inviare beni in nazioni nuove, con currency differenti e con sistemi che spesso non tenevano conto proprio delle frodi. Gestire i flussi che stavano diventando importanti necessitava di sistemi di controllo più sofisticati e noi non solo offriamo questi ultimi, ma anche il supporto adeguato alla loro gestione.


Tutto il team è sempre a disposizione dei merchant, sia grandi sia piccoli, ed è stata una qualità molto apprezzata in un periodo in cui tutto era difficile, soprattutto in questi momenti in cui manca il rapporto umano. Siamo contenti del lavoro che è stato fatto e che stiamo continuando a fare.

Un periodo complicato anche perché ci sono dei regolamenti che sono entrati in vigore.

Certo, la PSD2 ha avuto un enorme impatto sul mercato e i consumatori finali sono veramente un po' confusi e devono essere rassicurati. Di fatto, il mercato un po' ne ha risentito, perché diciamo che l'usabilità di questa doppia autenticazione, un po' forzata, sta impattando molto sull'abilità del consumatore finale nel completare la transazione. E' un blocco che serve per contrastare le frodi e l'Europa ha fatto bene a muoversi in questo senso, ma queste nuove modalità di autenticazione non dovevano mettere in difficoltà il consumatore finale. La nostra piattaforma disponeva già di 80 controlli antifrode e i merchant era già di fatto piuttosto rassicurati; per noi si trattava solo di aggiungere qualche controllo aggiuntivo, ma poi ci sono i profili di consumatori differenti e necessita una customizzazione.


I nostri processi erano già automatizzati e probabilmente se avessero contattato le aziende che operano nel settore come la nostra avrebbero potuto rivedere qualcosa nei processi per non penalizzare nessuno.

La bontà della transazione è comunque un elemento importante.

Non è importante, è fondamentale, ma i sistemi antifrode ragionano in termini di fiducia. Passato questo periodo iniziale, certamente le cose si assesteranno e anche i rapporti con gli istituti miglioreranno, perché anche questi si fideranno maggiormente delle piattaforme. Noi abbiamo sempre avuto indici di frode molto bassi grazie ai controlli e offriamo strumenti di monitoring molto avanzati, quindi una buona user experience lato utente e anche lato merchant. Sul fronte dei pagamento digitali ci sono già stati dei cambi in passato, penso all'introduzione del 3DS. Già avevamo difficoltà prima col 3-D Secure e poi con password, PIN e doppia autenticazione. Una regolamentazione serviva perché le frodi nel mondo sono milioni di milioni di euro ogni anno bruciati. E' un mercato che va controllato, ma le banche tradizionali hanno quasi tutte esternalizzato la gestione dei pagamenti digitali e quindi questo meccanismo è diventato molto complicato, soprattutto se si vuole dare un prodotto completo per la gestione delle transazioni a livello globale.


Per l'antifrode, HiPay controllava già 80 parametri, la PSD2 ne richiede 150, se ci avessero interpellato forse qualcuno di questi aggiuntivi non sarebbe stato necessario perché la nostra piattaforma funzionava già bene. Siamo entrati in "The European Digital Payments Industry Alliance" (EDPIA) per far sentire la nostra voce e di avere un tavolo di confronto a livello europeo per quanto riguarda i pagamenti digitali visto che li gestiamo direttamente.

Ci può fare qualche caso di successo dell'implementazione della piattaforma?

Il caso di Blondie, un eCommerce fashion che vende a livello internazionale. Era un servizio che era già attivo ma non utilizzavano HiPay e avevano diversi problemi di frode. Vendendo in molti Paesi con difficoltà diverse. Quello che abbiamo fatto è stato prendere in mano questo merchant e sistemare un po' la situazione perché vendendo brand moda e di lusso venivano presi di mira per poi rivendere i prodotti al mercato nero. Ci siamo messi "a tavolino" con loro e settato un profilo antifrode adeguato per ogni country adeguato per ogni profilo.


Blondie ha aumentato sucess rate del 20%, ma soprattutto l'attacco dei frodatori è molto diminuito perché avendo incontrato difficoltà hanno iniziato a desistere. Questo è un buon esempio di come supportiamo il merchant e cresciamo con lui. Non posso citare i casi, ma abbiamo dei clienti con cui abbiamo realizzato una soluzione di back office molto sofisticata, che fa parte della nostra piattaforma, che può ridurre il lavoro dei team finance e contabilità di quasi 90%, soprattutto per quegli eCommerce che vendono in tante valute e mezzo di pagamento differenti. La piattaforma è un vero e proprio gateway dove la riconciliazione finanziaria la facciamo noi perché siamo noi che collezioniamo i fondi per tutte le transazioni su tutti i mezzi di pagamento. Le transazioni arrivano al merchant in modalità già riconciliata quindi si trovano facilitati nel lavoro di contabilità e nella gestione finanziaria ma soprattutto anche lato operativo la piattaforma offre profili differenti a seconda delle persone che la devono utilizzare e quindi si adegua a varie forme societarie e di organizzazione. Questa è una parte sostanzialmente nascosta del nostro lavoro, ma molto importante e che viene apprezzata dai clienti quando ne percepiscono l'utilità e permette di liberare delle risorse che possono concentrarsi più sulla parte strategica e meno su quella operativa.




Da poco è stata eletta come Presidente di French Tech. Quali sono le prospettive?

Io facevo da parte della French Tech di Milano dalla sua nascita. French Tech è un'organizzazione promossa dal governo francese che vuol far si che si creino delle comunità locali qualora appunto ci sia un tessuto imprenditoriale e di startup abbastanza vivace. Facevo da parte del board proprio perché HiPay è stata una sorta di startup in Italia, arrivata dalla Francia e ne abbiamo tratto benefici. All'interno di French Tech ci sono aziende interessanti che operano in Italia e che offrono il supporto a chi vuole entrare in questo mercato, ma anche a chi vuoi andare in Francia o in generale chi vuole fare startup e far parte di questo ecosistema. Per me, per esempio, è stato fondamentale perché per l'ingresso in un mercato come il nostro ci sono state delle agevolazioni, si crea un network, si conoscono persone che hanno avuto la tua stessa esperienza e quindi ci si aiuta e sostiene. In quel momento mi sono presa l'incarico di diventare presidente della French Tech, con un board composto da sedici membri.


La mia figura è quella di ambasciatrice e il mio scopo è soprattutto quello di lavorare il più possibile per dare visibilità a questo network. Siamo tutti volontari e mettiamo a disposizione le nostre conoscenze e contatti.

Quali sono state le opportunità di questi primo periodo?

Sono entrata in contatto e ho più visibilità di quello che succede a livello europeo e questo ha ampliato la mia visione. Parlo tantissimo con la Franch tech di Londra o di Praga e sto capendo moltissimi dei meccanismi delle startup e dei business nelle varie nazioni. Il governo francese vuole creare un Hub europeo di cui l'Italia fa parte perché ci sono startup molto interessanti e vuole formare un polo tecnologico che possa competere con gli USA o la Cina. I francesi sono attivi da anni e sono un po' più avanti, se vogliamo, non solo dell'Italia ma anche di tante altre nazioni. Quello che serve oggi è fare comunità e non agire singolarmente e solo in competizione, ma scambiarsi conoscenze anche solo dare visibilità alle startup che stanno nascendo e che possono veramente risolvere dei problemi seri in tanti settori.


L'obiettivo è un po' quello di fare delle piccole cose che possano aiutare l'ecosistema. Il problema è trovare il tempo di farlo e per ora sta occupando i weekend. Vorrei che man mano le startup che si affacciano a questo mondo inizino a contattarci per dare loro la possibilità di presentarsi e vedere cosa fanno. Nel nostro piccolo vogliamo dare un po' di voce anche a chi è appena entrato nel mercato e vedere di crescere tutti quanti insieme.


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