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24/03/2021

digital

Le business analytics cambiano marcia e diventano active intelligence

Giorgio Dossena (Qlik): le aziende oggi sono data driven, ma necessitano di processi integrati

I dati rappresentano l'opportunità di efficienza nelle aziende, di qualsiasi dimensione e di qualsiasi settore, ma anche per le PA. Ne abbiamo parlato con Giorgio Dossena, Presales Team Leader di Qlik.

Ci stiamo muovendo per cercare di scardinare un po' le tematiche legate alla concezione classica della business analytics. Quello che vediamo oggi nei nostri clienti e nei nostri prospect è un tema di sfide verso i dati, la data challenge, cioè la possibilità di utilizzare in modo concreto i dati per prendere decisioni e attivare delle azioni che siano funzionali al business.

Una tendenza precisa.

Infatti, quello che si è visto negli ultimi anni e che ci sono tanti dati, ma vengono utilizzati poco e molte volte in modo non appropriato. Questo avviene perché c'è un approccio della business analytics un po' vecchio stile, motivo per cui noi oggi non parliamo più di business analytics ma parliamo di active intelligence.

E' un bel passaggio?

In questi anni abbiamo catalogato dati di tutti i tipi, ma poi non sappiamo mai cosa farci.

Molto spesso li utilizziamo male e bisogna fare un passo in avanti. In Qlik abbiamo puntato sulla active intelligence e nell'uso del dato, nella forma più nobile, che è il dato in tempo reale. L'idea che sta alla base della active intelligence è poter liberare i dati, che stanno nei diversi silos informativi, in tempo reale, quindi quando accadono, e poterli trasformare in qualcosa che sia fruibile dal punto di vista degli utenti.
Questo vale per qualunque tipologia di utente, sia l'utente esecutiva chi fa modelli previsionali, sia chi fa catalogazione o chi vuole esporlo, che possono essere sistemi umani, quindi gli analisti, ma possono essere anche sistemi automatici, tipo alerting system, machine to machine o chi deve prendere decisioni e di conseguenza le azioni.

Un tema, quello della gestione dei dati, che è storico, ma che assume nuove forme perché raccogliamo moltissimi dati in più rispetto al passato.

Raccogliamo tutti più dati e vogliamo prendere decisioni migliori. Decisioni che scatenano azioni che sono guidate dai dati e che possono essere immediatamente misurate.

Se guardiamo la business analytics classica, i dati sono sempre dati storicizzati, sono precostituiti, pre-configurati, ma le necessità che hanno i nostri clienti e le aziende che si muovono in un mercato in continuo cambiamento, sono di dati in tempo reale per prendere le decisioni. Si schiaccia la variabile tempo e di conseguenza bisogna "essere sul pezzo" nel momento in cui accade qualche evento.

Immaginiamo che vi siano diversi problemi nella gestione dei dati in tempo reale.

Il lato della governance dei dati va sempre più regolamentato perché si attinge a dati da qualsiasi "parte", interni o esterni e se, si devono analizzare in tempo reale, devono essere verificati, ma soprattutto essere a disposizione.
Penso a settori come la supply chain che è sicuramente molto sotto pressione in questo momento. Una volta i dati venivano riversati di notte, oggi si hanno quelli in tempo reale, da posizioni differenti e con modalità differenti per poter tracciare tutto. Processi come la remediation erano possibili con tranquillità, oggi un buco di minuti per qualcuno significa un problema serio!
Penso anche al tema delle frodi, che richiede interventi in tempo reale per bloccare una transazione e segnalare all'ente regolatore cosa è successo.


Non esiste un settore in cui il dato non sia vitale, anche nell'agricoltura è arrivata una forte digitalizzazione.

Cosa spinge le aziende a ragionare su dati in tempo reale e farle evolvere?

Le aziende hanno la necessità di essere i numeri uno e ultimamente quello che si nota è che l'innovazione è un fattore importante. I mercati spesso sono saturi ed essere innovativi permette di conquistare quote di mercato. In alcuni settori ci sono poi tematiche di compliance, legate alle varie leggi, come è stato il GDPR, ma ce ne sono tante specifiche nei vari settori. Poi ci sono tematiche tecnologiche, come riduzione dei costi per l'acquisizione di dati e informazioni in ambito bancario: questo è un tema molto sentito. Piuttosto che se parliamo di innovazione verso il mondo delle telecomunicazioni o dell'energy utility c'è il tema di monitoraggio e della manutenzione preventiva dei sistemi. Questi sono tutti elementi che spingono al cambiamento.

Quanto della domanda arriva dei board delle aziende?

Le richieste sono bilanciate, in parte dai piani alti delle aziende e in parte dal reparto "IT".


Dipende dalla tipologia di richiesta, nel senso che qualcuno ha un'esigenza di business specifica, magari anche solo di posizionamento, ma molte arrivano internamente, da una richiesta di una visione differente del dato. La consapevolezza del dato e come utilizzarlo è cresciuta e percorre tutta l'azienda. Abbiamo progetti che nascono dall'alto e altri dal basso, dalle "sezioni" più operative delle imprese.

Tre caratteristiche per cui scegliere una soluzione Qlik.

Il tema dell'active intelligence porta con se l'innovazione e l'evoluzione per anticipare quello che il mercato chiedeva. In fondo, mi piace immaginare Qlik come un abito fatto su misura per i mercati in cui noi operiamo. Una volta eravamo il best of breed per la parte analitica e oggi siamo una piattaforma end to end sul dato. Ma la cura che abbiamo per la parte di analisi del dato resta centrale. L'azienda spinge molto sul concetto di educazione verso il dato.
Abbiamo dei programmi che non sono specificatamente legati alla nostra tecnologia ma servono proprio per fare comprendere i fattori abilitanti e a utilizzare al meglio il dato.


Il terzo elemento che ci contraddistingue è che abbiamo una soluzione tecnologica per tutti i mercati, perché copriamo dal mondo telco alle istituzioni finanziarie e a tutta la parte anche di pubblica amministrazione. Il portafoglio è molto ampio e abbiamo clienti come piccole eccellenze locali fino a grandi multinazionali proprio perché sappiamo coprire le più svariate esigenze.


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