Il valore della giustizia su misura - Recensione del libro "L'arbitrato. Una giurisdizione su misura" di Filippo Danovi
L'arbitrato offre un procedimento volto a concludersi in tempi assai più rapidi di quelli propri del giudizio ordinario.
E che può rivelarsi utile anche alle PMI anche se ancora costoso
La crisi della giustizia, soprattutto in alcune zone del Paese, è nota ai più.
Molte volte ci siamo detti che una maggiore celerità e certezza nei processi potrebbe tradursi anche in qualche punto di Pil in più.
Con beneficio per i cittadini, le imprese e per il Paese intero.
Ebbene, oltre agli sforzi sul piano organizzativo meritoriamente profusi da Presidenti di tribunale e personale amministrativo, anche gli operatori del diritto e le imprese potrebbero fare la loro parte.
Un esempio per tutti è il recente scritto di Filippo Danovi - Partner Danovi & Giorgianni, Professore ordinario di Diritto processuale civile, Professore di Diritto dell'arbitrato interno e internazionale nell'Università degli Studi di Milano-Bicocca - dal titolo "L'arbitrato.

Una giurisdizione su misura", edito da Giuffrè Francis Lefebvre.
Il testo offre una ricognizione dettagliata e precisa di cosa sia l'arbitrato, come lo si gestisca e il valore che assume nella vita di tutti i giorni.
Una guida preziosa per conoscerne segreti e aspetti normativi indispensabili a farne uno strumento di giustizia alternativa.
Occorre anche un salto culturale, e quest'opera va nella giusta direzione, in quanto oltre agli avvocati anche le imprese e i general counsel debbono conoscerne a fondo i vantaggi.
Non è azzardato affermare che occorra conoscere oltre al codice anche i capisaldi strategici con i quali gestire prevedere e gestire un arbitrato.
Ma perché si dovrebbe apprezzare questo strumento?
"La fiducia verso l'arbitro, giudice la cui nomina è di fatto derivazione delle parti, la sua competenza - per cui la scelta stessa è guidata da una sicurezza sulla professionalità del soggetto - il controllo dei tempi e la durata, decisamente più contenuta rispetto al processo ordinario" ricorda Danovi.

A ciò si deve aggiungere un fattore che probabilmente non è noto al "grande pubblico", ovvero quello per cui il lodo rituale, alla sostanziale identità di effetti rispetto alla sentenza civile, assomma un maggiore grado di "tenuta" e di stabilità , tenuto conto che il controllo di secondo grado è affidato a un mezzo di impugnazione, l'impugnazione per nullità , che non è a critica libera ma vincolata, id est strutturato sulla possibilità di denunciare esclusivamente vizi ed errori previamente tipizzati dal legislatore.