L'ufficio sarà sicuramente l'asset class del futuro
Alberto Cominelli (CBRE Italy): è il luogo chiave per favorire la connessione sociale, il posto dove si esprime la cultura di un'azienda, dove si genera innovazione
Ci troviamo di fronte a un cambiamento epocale che vedrà lo spazio di lavoro come protagonista.
Negli ultimi dieci anni, l'ufficio si è evoluto verso un modello che ha fatto della flessibilità il suo punto di forza: il modello organizzativo agile, declinato nello smartworking a livello gestionale e nell'activity based working a livello spaziale, ha infatti letteralmente soppiantato quello tradizionale fatto di controllo, orari fissi e postazioni assegnate.

Questo fenomeno è stato esponenzialmente accelerato dalla pandemia COVID-19, che ha portato a un balzo in avanti di almeno 5 anni.
Per capire come si evolverà lo spazio di lavoro, dobbiamo prima esaminare come si evolverà la forza lavoro.
A tal proposito abbiamo individuato 3 fenomeni.
Primo: le generazioni
Entro il 2030, per la prima volta nella storia, lavoreranno insieme 5 generazioni e ogni generazione avrà esigenze diverse.
La generazione Z, quella dei nati dal '97 in poi, rappresenterà il 30% della forza lavoro e sarà affiancata da nuovi colleghi digitali, le intelligenze artificiali.
E proprio la generazione Z sarà quella che più di altre avrà la necessità di utilizzare di l'ufficio come luogo di lavoro per diverse ragioni: perché vorrà interagire coi propri colleghi, perché dovrò confrontarsi con i propri responsabili, perché vivrà in appartamenti piccoli, magari condivisi con altre persone, e non avrà spazi adeguati per lavorare.

Lo spazio di lavoro non potrà quindi non tenere in considerazione le esigenze di flessibilità delle nuove generazioni.
Secondo: i picchi occupazionali.
Dal CBRE Italy Occupier Survey 2021 è emerso che le aziende hanno intenzione di implementare le proprie politiche di smartworking, estendendo la possibilità di fruire di questa modalità di lavoro a due o tre giorni alla settimana e, di conseguenza, ridurre postazioni di lavoro e superficie occupata.
Ma come si concilia questa riduzione con la gestione dei picchi occupazionali?