Per gli investitori, il rafforzamento della narrazione sulla reflazione comporta alcuni aggiustamenti:
a) Adottare una posizione progressivamente più prudente sulla duration.
Le banche centrali manterranno un atteggiamento accomodante, ma i mercati stanno iniziando a scontare una possibile riduzione degli acquisti di attivi.
Per la prima volta si è vociferato dell'eventualità di una riduzione degli stimoli monetari da parte della Fed.
Questo dibattito ha preso le mosse dall'accelerazione della crescita economica e dai progressi riguardo ai programmi sulle vaccinazioni contro il COVID-19.
Molti membri della Fed ritengono tuttavia che tali discussioni siano premature.
Il presidente Powell ha ribadito di recente l'importanza di non abbandonare troppo presto l'attuale politica e di fare attenzione alle modalità della comunicazione.
È inoltre consigliabile un atteggiamento più prudente sulla duration nei mercati emergenti, dove le obbligazioni offrono ancora valide opportunità per chi è a caccia di rendimento, anche se la duration deve essere gestita in modo oculato.
Le obbligazioni indicizzate all'inflazione diventeranno sempre più interessanti (inflazione di breakeven e TIPS), così come alcune attività reali.
c) In una prospettiva cross-asset, continuiamo a privilegiare le azioni rispetto alle obbligazioni.
Tuttavia, gli investitori dovrebbero cercare delle opportunità nelle aree supportate dalla reflazione, a partire dai mercati value e più ciclici come il Giappone e i mercati emergenti, dove sono favorevoli anche i trend delle commodity.
Se parliamo invece di aggiustamento delle aspettative sui tassi, vediamo pochi margini per dei forti movimenti direzionali degli indici, ma all'interno di questi ultimi potrebbe proseguire la rotazione della leadership, con i titoli value e i titoli sensibili ai tassi d'interesse e all'energia in ripresa rispetto ai titoli growth che presentano valutazioni elevate/iperelevate.
Questa rotazione potrebbe rallentare temporaneamente nel primo trimestre per via della decelerazione dell'attività e dei lockdown più pesanti soprattutto in Europa, ma il trend della ripresa appare intatto sul medio termine, così come il tema della rotazione dei titoli value.
d) È importante monitorare con attenzione le azioni perché le valutazioni assolute sono lungi dall'essere allettanti.
In particolare, se i rendimenti delle obbligazioni decennali dovessero salire ancora, la performance del mercato azionario potrebbe essere messa in discussione.
Un rendimento dei Treasury decennali all'1,3% potrebbe rappresentare, secondo noi, un test per il mercato.
Tuttavia, non crediamo che questo livello verrà raggiunto a breve, mentre riteniamo più probabile un movimento laterale dei mercati che spazzerà via parte degli eccessi creati dal rally di fine anno.
Nel complesso, ciò richiede alcune coperture nei confronti dell'esposizione azionaria per mitigare i rischi di downside.
Finora ha prevalso la narrazione del fattore monetario dei tassi bassi, crescita bassa e inflazione bassa, ma ora sta prendendo piede una narrazione diversa incentrata su una ripresa della crescita reale che corre a ritmi più rapidi del previsto.
Ovviamente, la narrazione monetaria rimane quella dominante e sembra essere ben radicata, ma il minimo cambiamento potrebbe causare molto rumore nel comparto obbligazionario e, a un certo punto, anche in quello azionario.
Per evitare di finire intrappolati in una situazione senza vie d'uscita, è importante essere fortemente selettivi nel comparto azionario e scegliere titoli appetibili in grado di beneficiare della ripresa ciclica, ma che potrebbero anche trarre vantaggio da una crescita degli utili sul lungo termine.
Per quanto riguarda il comparto obbligazionario, gli investitori dovrebbero gestire in modo attivo la duration e sfruttare le differenze di relative value (a livello di curva e a livello regionale).
In un periodo in cui la tradizionale diversificazione degli attivi può essere messa in crisi da un rialzo delle aspettative d'inflazione, gli investitori dovrebbero avere un'allocazione agile e flessibile e prendere in considerazione strategie d'investimento meno correlate per aumentare la diversificazione dei portafogli e renderli più resilienti in vista di un possibile cambiamento di regime.
Pascal Blanqué Group Chief investment officer e Vincent Mortier Deputy Group Chief investment officer di Amundi
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