Smartworking: il sovraccarico di informazioni è la vera sfida
Antonio Matera (OpenText): un terzo dei professionisti ritiene di non avere ancora gli strumenti adatti per il lavoro da remoto, mentre solo il 15% riesce a gestire il flusso di informazioni quotidiano
Lo smartworking (o il remote working) è la nuova norma, ma gli italiani fanno ancora fatica a gestire il sovraccarico di informazioni: è quanto emerge da una ricerca condotta da OpenText, leader nelle soluzioni e software di Enterprise Information Management, per indagare come i professionisti stiano affrontando una quotidianità lavorativa ridefinita dalla pandemia da COVID-19.
I dati rivelano che quasi un terzo (31%) degli italiani che lavorano in ufficio ritiene di non disporre di strumenti tecnologici e digitali adatti per svolgere le proprie mansioni da remoto, riscontrando difficoltà a gestire adeguatamente il cosiddetto "tecnostress" (solo il 15% degli intervistati si sente a proprio agio con il flusso di informazioni cui è sottoposto). Tra le maggiori fonti di tensione, le troppe password da ricordare (39%), l'eccessiva quantità di informazioni e dati da gestire tramite i diversi dispositivi (23%) e i troppi tool da monitorare durante la giornata (22%).

Da non sottovalutare, poi, quel 16% di intervistati che non riesce a "staccare" davvero, a causa del costante flusso di informazioni con cui si deve confrontare.
Il peso del "sovraccarico di informazioni"
Quasi 3 italiani su 4 (74%) concordano sul fatto che le fonti da controllare ogni giorno siano aumentate negli ultimi 5 anni: dalle email alle notizie, dai social media ai server aziendali, tanto che quasi il 22% del campione utilizza in media più di 10 account ogni giorno (email, app, piattaforme di condivisione, ecc).
I dati suggeriscono come questo sovraccarico di informazioni abbia un impatto significativo sulla vita degli utenti: solo il 36% dei professionisti è in grado di limitare a 3 o meno il numero di risorse cui accedere per completare un progetto lavorativo. Nonostante questo, gli italiani hanno imparato ad essere veloci: 4 professionisti su 10 impiegano meno di 30 secondi per trovare file o informazioni specifici.
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